Punti Nascita: ok a risoluzione di FdI. Speranza per reparti degli ospedali di Sapri Vallo e Polla

Chiesta revisione degli standard per garantire alti livelli anche ai punti nascita con attività inferiori ai 500 parti

Ernesto Rocco
Punto nascita

 “La Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata dal Gruppo di Fratelli d’Italia, a prima firma della deputata Imma Vietri, per tutelare e incrementare i Punti Nascita anche nelle strutture ospedaliere con attività inferiori ai 500 parti annui”. Ad annunciarlo Fratelli d’Italia attraverso una nota.

La situazione dei punti nascita in Italia

«Moltissimi Punti Nascita in Italia – spiega Vietri – stanno purtroppo drammaticamente chiudendo, con la grave conseguenza non solo di andare ad intasare gli altri ospedali del territorio – già in affanno per la permanente carenza di personale – ma soprattutto di mettere maggiormente a rischio la salute e finanche la vita delle partorienti e dei loro figli. Secondo le attuali linee guida, devono essere, previa specifica deroga, almeno 500 i parti annui per il mantenimento di un punto nascita: è evidente che questo dato è totalmente inappropriato, soprattutto alla luce della crisi demografica in corso in Italia».

Cosa cambia con la risoluzione

«Con questa risoluzione – spiega la deputata di FdI – chiediamo al Governo di aggiornare gli standard circa la distribuzione dei punti di nascita e considerare protocolli di sicurezza per offrire alti livelli anche per tutte quelle strutture con volumi di attività inferiori ai 500 parti. Inoltre, tra i vari punti inseriti nella mozione, proponiamo di valutare la possibilità di adoperarsi per ridurre le disparità territoriali, a cominciare dal divario tra regioni del Centro Nord e regioni del Sud, considerando tra i criteri idonei per l’attivazione o il mantenimento di un punto nascita la posizione geografica, con particolare riguardo alle zone disagiate, la densità di popolazione o la lontananza da altri punti nascita, senza tuttavia sacrificare alcuna garanzia di sicurezza. E anche, nel rispetto dei vincoli di bilancio, di predisporre programmi di screening per l’individuazione delle donne a rischio di sviluppare depressione post partum, come parte integrante della valutazione del benessere psicofisico della donna, avendo cura di cogliere in maniera attenta e tempestiva qualsiasi criticità correlata al post partum. Quella di oggi – conclude Vietri – è davvero una buona notizia per migliaia e migliaia di donne della nostra Nazione».  

La risoluzione potrebbe garantire nuove speranze per gli ospedali di Polla, Sapri e Vallo della Lucania che rischiano di veder chiuso il loro punto nascita.

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