Ponte di Ferragosto: «non ci sarà il sold out». Nel salernitano presenze inferiori al periodo pandemico

Confesercenti rivela i dati del Ponte di Ferragosto. «Da settembre in poi si lavorerà per rafforzare la destinazione di Salerno e Provincia»

Maria Emilia Cobucci
Turisti

La saturazione delle strutture presenti sui portali si ferma al 90%, un punto meno dello scorso anno nonostante il ponte di Ferragosto duri un giorno in più. Spingono il mercato i laghi, le località marine e la montagna. Previsioni in miglioramento, ma ancora sotto le attese di inizio stagione. Per il weekend lungo di Ferragosto – cinque notti, dall’11 al 16 agosto – sono attese 17 milioni di presenze turistiche, per il 60% italiane nelle strutture ricettive ufficiali. Numeri in crescita rispetto alle ultime settimane, ma certo non ci saranno sold-out: nel periodo clou delle vacanze degli italiani sono numerosissime le località turistiche che hanno registrato un aumento delle prenotazioni, ma su livelli lontani dal “tradizionale pienone” di metà agosto.

Il dato di Confesercenti

È quanto emerge dal consueto monitoraggio realizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità ricettiva presente sui diversi portali di prenotazione online. Il tasso medio di occupazione dell’offerta si attesta al 90%, oltre un punto in meno rispetto al 2022 anche se per effetto del calendario il ponte di Ferragosto 2023 durerà un giorno in più.

Così, dopo due mesi di flessione del mercato, le aspettative delle imprese ricettive italiane di recuperare qualche punto percentuale di occupazione nella settimana centrale di agosto sembrano ancora disattese. Per il ponte dall’11 al 16 agosto (5 notti) la saturazione dell’offerta oscillerà tra il 94% delle località dei laghi e l’80% delle località termali.

Le previsioni

In generale, è prevista una temporanea risalita dei tassi di occupazione per le diverse tipologie di prodotti turistici, ma su livelli inferiori a quelli registrati nel 2022. Per le località marine in media si registra un calo di circa 4 punti e un punto percentuale per le località dei laghi. Le strutture delle aree rurali/collina e di montagna registrano circa 3 punti in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Per le città d’arte l’occupazione media si ferma all’82% contro l’84% dello scorso anno, mentre le strutture delle località termali salgono all’80% con un incremento di circa un punto.

Un andamento differenziato emerge anche dai tassi di occupazione rilevati per le principali riviere. A fronte di un leggero incremento della saturazione dell’offerta ricettiva delle riviere del Sud e delle Isole, emergono valori di stabilità per la Riviera Adriatica Veneta, del Conero e della Costa Smeralda. In leggera flessione i tassi di saturazione rilevati per tutte le altre riviere, con un calo più marcato per la Riviera Romagnola.

Tra le regioni con i tassi di occupazione superiori al 90% si segnala la Valle d’Aosta, la Liguria, il Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Per le rimanenti nove regioni la saturazione media oscilla tra il 78% e il 90%.

Il dato del salernitano

«Anche qui in provincia di Salerno la situazione è tutt’altro che “caotica” – spiega il presidente provinciale di Confesercenti Raffaele Espositobasta fare una piccola ricerca web sui siti dei vari comuni, almeno quelli principali, in merito alle registrazioni degli alloggiati per capire che quel così tanto atteso pienone non c’è e probabilmente non ci sarà. Non che ci sia nostalgia del caos ovviamente ma è un indicatore della presenza o meno dei così tanto sperati “numeri” che spesso fanno felici amministratori ed attività».

Poi aggiunge: «Registriamo quasi ovunque nelle nostre destinazioni provinciali situazioni calme e tranquille (fin troppo) al di sotto dei numeri registrati durante la pandemia, abbiamo analizzato per tempo le varie cause e concause di questa flessione e bisognerà fare, entro il prossimo Ottobre, un ragionamento condiviso con tutti gli attori e con le istituzioni per capire cosa c’è da migliorare e finalmente capire il punto di vista di chi fa impresa per i settori dell’ospitalità dell’accoglienza e del turismo in generale. Tra le tante criticità, spicca l’assenza di progetti di marketing territoriali definiti, coincisi e condivisi, avanzare la proposta di una vacanza “per tutti” non significa necessariamente non concentrarsi su un target ben preciso magari all’estero e magari in nazioni europee che amano statisticamente la nostra terra quelle a ridosso dell’arco alpino».

«Siamo consci delle meraviglie e delle potenzialità della provincia Salernitana conclude il presidente Esposito, delle criticità ed anche del contesto nazionale che vede una economia stanca ed un caro vita sempre più oneroso, e proprio per questo siamo sicuri che da settembre in poi con le imprese al centro si avvieranno ragionamenti costruttivi per potenziare e rafforzare la destinazione di Salerno e provincia come Confesercenti/Assoturismo noi ci siamo», conclude Esposito.

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