Polemiche sulla “Riffa”di San Francesco a Padula. I chiarimenti dei Frati Minori

Federica Pistone
Riffa

Dopo le polemiche e la richiesta di annullamento da parte dell’Oipa Italia della “Riffa” di Padula, l’appuntamento che rientra negli eventi per i festeggiamenti in onore di San Francesco di Assisi, arrivano i chiarimenti, con un lungo documento, da parte dei Frati Minori.

Il chiarimento dei frati sulla Riffa

Il culto di San Francesco di Assisi a Padula ha radici molto antiche, plurisecolari, presente ancor prima della fondazione del Convento nel 1380, con successivo affidamento della struttura ai Frati Minori Osservanti (attuali frati minori francescani) il 31 luglio 1422”, spiegano i Frati.

“Da allora la fede nel Santo non è mai diminuita, anzi si è radicata in maniera profonda nella comunità di Padula e dell’intero Vallo di Diano.
La celebrazione della Festa di San Francesco di Assisi rappresenta il momento di massima e sentita partecipazione popolare al culto del Santo, con celebrazioni e riti che durano settimane, in un programma religioso fatto di momenti di raccolta preghiera, di catechesi e di celebrazioni eucaristiche, che si intensificano durante la novena e il triduo che precede la festa.
Accanto a tali momenti di forte fede e religiosità, partecipati da un folto numero di fedeli, si aggiungono una serie di riti religiosi, di particolare interesse etno/antropologico e socio/culturale, che appartengono alla tradizione popolare con radici contadine, e che arricchiscono le iniziative legate al culto del Santo.
Si pensi alla benedizione dei bambini e degli abitini: durante tutta la novena e sino alla festa, i più piccoli indossano il saio francescano, come segno di devozione e ringraziamento da parte dei genitori e delle famiglie.
Alla benedizione e alla distribuzione del pane, simbolo eucaristico e cibo per i poveri.
Alle donne che percorrono le strade del paese, durante la processione che attraversa tutto il paese in un lungo tragitto, con i piedi scalzi, come voto al Santo ed in similitudine allo stesso che predicava a piedi scalzi o con povere calzature.
Alla realizzazione dei cinti con candele di cera, portati in spalla durante la processione da parte dei fedeli (che danzano e cantano senza poggiarli a terra), per poi donarli al Convento, quale approvvigionamento annuale di candele per la Chiesa del Convento”. A questa serie di eventi si aggiunge anche la partecipazione, degli animali, tanto amati dal Patrono d’Italia, ad una processione. Un gregge di pecore, infatti accompagna la processione, camminando davanti. In apertura sono presenti gli ovini, che avanzano innanzi alla statua del Santo, quale simbolo dell’Agnello ed esempio di umiltà, protetti dal buon Pastore, gli animali vengono portati in mattinata al Convento come dono al Santo, e ricoverati in appositi recinti e rifugi, ove vengono rifocillati e protetti.
Ed é la sera che si tiene la discussa “Riffa” che, sottolineano i Frati Minori, “al contrario di quello che si può pensare o che può suggerire il nome, non è una lotteria a premi o una semplice asta in cui vengono ceduti animali, ma una raccolta di offerte al Santo necessarie per il sostentamento del Convento, nella quale gli animali (tutti benedetti) ritornano tutti al loro ovile o alle loro stalle.
Gli animali donati al Convento, infatti, non subiscono alcuna forma di maltrattamento e tantomeno vengono macellati da parte di chi dopo l’offerta lo riprende per riportarlo a casa.
Anzi, proprio nell’ottica di amore francescano verso gli animali, gli stessi tornano per lo più ai pastori che li hanno donati o ad altri pastori e allevatori in un reciproco scambio, i quali li riportano nel gregge, nella stalla o nell’aia, come benedizione all’allevamento.
La maggior parte dei capi, vengono ripresentati per diversi anni consecutivi, perché “sono di San Francesco”.
Il senso e il profondo significato religioso, culturale e etnoantropologico delle tradizioni della Festa di San Francesco, può essere compreso soltanto da chi partecipa e vive il culto francescano qui a Padula, per cui ogni gesto e ogni rito, è uno strumento per tramandare fede e tradizioni, nel rispetto del prossimo e dei nostri fratelli animali, ulteriore gesto di amore verso gli animali è anche l’annullamento di ogni spettacolo pirotecnico in presenza degli animali in Convento”.

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