Peste suina africana nel Vallo di Diano: al via il monitoraggio delle aree in “zona rossa”

Una situazione che sta creando preoccupazione e disagi tra le tante attività di allevamento di suini presenti nel territorio del Vallo di Diano

Federica Pistone
cinghiali

Al via il monitoraggio delle aree del Vallo di Diano, dichiarate “Zona Rossa” per la peste suina.

Ecco i Comuni che rientrano nella zona rossa

Dopo il rinvenimento delle carcasse di cinghiale a Montesano Sulla Marcellana, sono stati dichiarati paesi rientranti nella zona rossa i comuni di Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell’Angelo.

Da oggi, nel Vallo di Diano l’Associazione “Fata Onlus Protezione Civile” di San Pietro al Tanagro insieme all’ Associazione “Orchidea Emergenza” di Sassano, hanno avviato il monitoraggio del territorio alla ricerca di carcasse di animali che potrebbero aver contratto il virus.

Le due associazioni sono state incaricate di scandagliare il territorio con un’apposita convenzione.

Le attività

Le attività sono cominciate da Monte San Giacomo ma continueranno anche quotidianamente anche negli altri centri rientranti nella zona rossa. L’Ordinanza Regionale n.1 del 26 maggio 2023 vieta nei territorio considerati possibile “zona Infetta” di effettuare escursioni, ma anche pic nic, andare a caccia, o praticare attività sportive.

E’ vietato, peraltro, raccogliere funghi, asparagi e altri prodotti agresti. Si tratta di un’ordinanza che richiama i dettami europei. Nell’ordinanza si ricorda che è fondamentale la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale nelle zone di restrizione più vicine al focolaio ed è quindi obbligatoria la segnalazione se ne viene avvistata una. Inoltre è prevista una sorveglianza passiva sui cinghiali rinvenuti morti o moribondi, sia catturati che abbattuti. Viene anche ordinata la sorveglianza attiva mediante attività venatoria e di controllo, regolamentata e nel rispetto delle misure di biosicurezza previste.

Una situazione che sta creando preoccupazione e disagi tra le tante attività di allevamento di suini presenti nel territorio del Vallo di Diano. Il possibile rinvenimento in un allevamento anche di un solo caso di contagio comporta, purtroppo, l’abbattimento di tutto l’allevamento. Sono 13 le carcasse ufficiali risultate infette dal virus della Peste Suina Africana.

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