Peschereccio sui fondali del Cilento: «Rischio disastro ambientale»

Ernesto Rocco
Peschereccio affondato

Non tutti sanno che nel dicembre del 2017 un peschereccio di 21 metri, affondò a circa quarantacinque metri dalla costa, nell’Area marina protetta degli Infreschi e della Masseta, tra il Comune di Camerota e quello di San Giovanni a Piro, in uno dei luoghi più belli e affascinanti del Cilento. Tale imbarcazione giace sul fondale da allora e risulterebbe munita di serbatoi che possono contenere ingenti quantità di carburante.

La segnalazione di Dario Vassallo

Durante questi anni non si è proceduto al suo recupero. A denunciarlo è Dario Vassallo presidente della Commissione Area Marina Protetta “Costa degli Infreschi e della Massetta”, situata nel tratto di mare compresa tra Punta dello Zancale, nel territorio comunale di Camerota, e Punta Spinosa, nel Comune di San Giovanni a Piro.

«Le immagine documentano quello che abbiamo già denunciato anni fa. Il peschereccio giace sui fondali, a 50 metri di profondità, dell’area marina protetta: area protetta che rientra nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni – prosegue Vassallo – Ho già denunciato la Ministro dell’Ambiente, alla Procura di Vallo della Lucania la presenza del peschereccio e il rischio di rottura dei serbatoi e il pericolo di disastro ambientale che ne conseguirebbe. In questi anni l’amministrazione del Parco non ho fatto nulla.  Ho chiesto alla Procura di intervenire e al Ministero di attivarsi, affinché questo relitto venga recuperato. È così che si cautela un territorio, non con le chiacchiere».

Le richieste

«Inoltre, in qualità di Presidente dell’Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta chiedo che la suddetta area venga posta sotto rigorosa osservazione ai fini della tutela e della conservazione soprattutto per contrastare la pesca illegale con motopescherecci e con qualsiasi altra forma di pesca non autorizzata nel rispetto delle disposizioni in materia e della legge. Da parte mia e della Commissione la Procura della Repubblica troverà la completa collaborazione per consentire che iniziative, attività e programmi avvengano nel rispetto delle norme e della tutela dell’habitat naturale», prosegue Vassallo.

Alla luce di questa situazione, annuncia, «ho già proposto una soluzione per rimuovere il moto peschereccio: nella trasmissione annuale dei contributi, che il Ministero della Transizione Ecologica elargisce all’Ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, di destinare specificamente una somma di denaro per il recupero di suddetta imbarcazione. Tale somma può essere identificata dai preventivi che dovrebbero essere in possesso dell’Ente Parco e in possesso della Capitaneria di Porto»

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