Oggi la Chiesa celebra San Cono: Cilento e Vallo di Diano in festa

Concepita Sica
San Cono

San Cono, il santo protettore, è una figura venerata a Diano, l’attuale Teggiano, fin dal XI secolo. La sua storia di santità inizia sin dalla sua nascita, quando entrambi i genitori, Bernardo Indelli e Igniva, sognano una fiaccola ardente emergere dal ventre della madre. Un sacerdote interpreta il sogno come un segno divino che preannuncia che il figlio sarà avvolto dall’amore di Dio.

La vita

Fin dalla sua infanzia, San Cono trascorre una vita serena circondato dalle cure e dall’amore dei suoi genitori. Mostra fin da piccolo un grande attaccamento alla preghiera e conduce una vita austera. Ancora adolescente, sente la vocazione alla vita monastica e un giorno, all’insaputa dei suoi genitori, si rifugia nel Monastero di Santa Maria di Cadossa, nei pressi di Montesano sulla Marcellana.

I genitori lo cercano a lungo e si recano infine al monastero. San Cono, cercando un nascondiglio sicuro per non dover tornare a casa con i genitori, salta nel forno della cucina acceso. L’abate Costa e i suoi genitori cercano ovunque nel monastero, ma non lo trovano, fino a quando lo scorgono nel forno acceso, in mezzo alle fiamme. L’abate gli ordina di uscire, e così il ragazzo ubbidisce, emerge dal forno incolume, sotto gli occhi sbalorditi dei presenti. I genitori accettano quindi la volontà del figlio, e San Cono inizia il suo noviziato con grande fervore.

Il culto

La sera del 2 giugno, mentre è a cena, San Cono sente una voce dal cielo che gli annuncia la sua chiamata divina per quella notte. Il giovane risponde a quella voce con le parole pronunciate dalla Vergine Maria all’annuncio dell’Arcangelo Gabriele: “Avvenga di me secondo la tua parola”. San Cono muore in giovane età nel primo decennio del XII secolo, e il suo corpo viene sepolto nella chiesa del monastero.

Il culto di San Cono viene riconosciuto ufficialmente solo il 27 aprile 1871, anche se le sue reliquie erano state ritrovate a Teggiano nel 1261 da alcuni cittadini. Le reliquie del Santo sono conservate nella cappella a lui dedicata nella chiesa Cattedrale di Santa Maria Maggiore di Teggiano. La sua festa liturgica viene celebrata il 3 giugno.

Sono tramandati numerosi prodigi attribuiti all’intercessione di San Cono. Nel 1497, durante l’assedio di Teggiano da parte degli aragonesi, il Santo fu visto respingere i proiettili e salvare la città dai danni. Si dice che grazie all’intercessione del Santo, Teggiano sia scampata alla peste nel 1600. Si attribuisce anche a San Cono la protezione della città durante il terremoto del 1857, quando pare che sia apparso in cielo. In ricordo di questo prodigio, è stato eretto un obelisco.

Non si conosce con precisione l’epoca in cui il culto di San Cono sia giunto a Laureana Cilento, ma si ritiene che già agli inizi del XVII secolo il culto fosse ben consolidato, come testimoniato da una testimonianza di un sacerdote. Anche Laureana celebra la festa di San Cono il 3 giugno.

Nei giorni che precedono la festa, si tiene il novenario, molto atteso dai fedeli. Si radunano intorno all’immagine del Santo Patrono e intonano ferventi canti per esprimere amore e gratitudine per la sua costante e paterna protezione.

La preghiera

L’attesa di vedere l’immagine del Santo Patrono attraversare le strade del paese e impartire la sua benedizione cresce tra i cittadini.

“Cantiamo a gran voce

la gloria di San Cono,

un dono celeste

dato a noi dal cielo.

Questo giorno, scolpito in note d’oro,

rimarrà nella memoria,

mentre ognuno ripete cantando:

‘Viva il Santo Protettore!'”

San Cono rimane una figura venerata e amata, il cui culto continua ad essere celebrato con devozione e gioia a Teggiano e Laureana Cilento, testimoniando la profonda fede e devozione del popolo italiano.

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