Attualita'

Sacco: commozione nel ricordo del partigiano Nicola Monaco

notizie

Non dimenticare ma anche non essere indifferente, avere il coraggio di reagire, di pensare, di rifiutare." la memoria è il vero cemento tra la passata generazione e gli italiani del futuro. E’ con questo spirito che stamane a Sacco, piccolo borgo dell’Alto Cilento, si è tenuta la cerimonia di commemorazione per il 70° anniversario della morte di Nicola Monaco.

La “Giornata della Memoria” espressamente voluta da Comune, Pro Loco, A.N.P.I Salerno e C.G.I.L. nella persona di Andrea Campitelli ha avuto il suo culmine nella deposizione della corona ai “piedi” del monumento ai caduti in piazza Nicola Monaco. “Oggi, dopo settant’anni, ci ritroviamo in questo luogo – dichiara il primo cittadino di Sacco Claudio Saggese – per commemorare la Giornata della Memoria, rendendo omaggio a tre giovani partigiani sacchesi, Nicola Monaco, Raffaele Monaco e Giuseppe Dente. Per questo oggi - continua Saggese - non può e non deve essere considerata solo una giornata di celebrazione, ma soprattutto una giornata nel ricordo dell’eroismo dei partigiani che combatterono per la libertà”. Un appello, infine, dell’ANPI nella persona di Ubaldo Baldi “In nome del sacrificio di tanti giovani partigiani in nome della creazione di uno Stato repubblicano democratico invito i giovani di oggi all’impegno per la salvaguardia dell’identità nazionale, costituzionale e democratica”.

Ma chi era Nicola Monaco, tracciamone un breve ritratto. Nato a Sacco il 19/4/1924 era un giovane studente che in seguito al “scoppio” del secondo conflitto mondiale fu chiamato alle armi. Assegnato prima al 54° Reggimento Fanteria “Novara” e poi al 259° Reggimento Divisione “Murge”, dopo l’8 settembre si da alla macchia partecipando in maniera attiva alla nascita delle prime bande partigiane. Circondato da forze nemiche nel corso di una azione volontaria altamente rischiosa, fu catturato. Nonostante la tortura rifiutò di tradire i suoi compagni “….preferisco morire piuttosto che tradire….”, con queste parole ed al grido “Viva l’Italia” si avviò a testa alta verso la morte avvenuta il 31 marzi sull’orlo di una fossa da lui stesso scavata. Per il suo atto di altamente eroico al giovane partigiano cilentano è stata conferita la medaglia d’oro al valore militare.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin