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Padula: via dalla Certosa i materiali franati nell'alluvione del 1839

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Era il 27 ottobre del 1839, un mercoledì, quando su Padula si abbatté una vera e propria tempesta: vento forte, tuoni, fulmini e pioggia minacciavano il centro abitato. I corsi d'acqua della zona iniziarono ad ingrossarsi e ben presto un torrente straripò e l'acqua invase il paese: "Rigoglioso e spumante - si legge in un racconto conservato nell'archivio storico di Salerno - si gitta in una delle piu grandi osterie del paese, ove si ricoveravano molti passeggeri, ne strappa la scalinata costruita oltre la soglia d'ingresso, urta la torre che le serve da baluardo e fa temere di farla preda delle onde. I magazzini, le stalle sono ripiene dalle acque e sepolte sotto le ghiaie e dai macigni e buona parte delle merci vengono portate a discrezione della corrente".

 Ben presto l'acqua invaderà anche la Certosa: "i piani terranei, il gran cellaio e quanto mai vi si offre innanzi vennero del pari inondati. E attraverso il cortile al chiuso che serve di delizia alla casa religiosa si fanno strada piu tronchi spinti dalla bufera i quali abbatterono e rovesciarono il muro, aprendosi l'uscita nel lato opposto. L' altra parte del torrente segue il suo retto cammino e gittò immensa quantità di materiale lungo tutto il suo corso. La strada rotabile che mena alla consolare e che da piu anni gli serve di retto, ne rimane all'intutto sepolta. Finalmente aprendosi l'uscita su i più belli e feroci servitori dell'agro di Padula vi porta lo squallore e la distruzione".

Oggi, a distanza di oltre un secolo da quell'evento, sono iniziati i lavori per ripristinare lo status dei luoghi. In particolare le opere permetteranno di rimuovere il materiale franato durante l'alluvione e ripristinare la strada che dal portone della Certosa porta al monumero di San Brunone. Le opere assumono una votevole importanza: gli effetti delle alluvioni, infatti, hanno accumulato nei decenni ben dodici milioni di metri cubi di materiali, solo in parte già rimossi.

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