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La Fondazione Vico promuove la resilienza rurale

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Nei giorni 11, 12 e 13 dicembre a Vatolla, nel Cilento, si è tenuto il primo Meeting nazionale sulla resilienza rurale. Il Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel passato più prossimo, nel 2013, chiamato a fornire una ricetta risolutiva alle problematiche dei “Paesi fragili” ebbe a rilevare la scarsa propensione alla resilienza, ovvero la limitata capacità di un sistema di superare cambiamento.Josè Graziano da Silva, sostiene che alle difficoltà endemiche storiche, economiche e politiche non si reagisce con una efficace azione di contrasto. La scarsa propensione alla resilienza induce alla riconferma della difficoltà sociale.

La resilienza è un termine fondamentale per interpretare l'attuale fase di transizione, una parola che racchiude il significato dell'arte dell'adattamento al cambiamento, volgendo le incertezze in opportunità e i rischi in innovazione. Per innovare oltre all'autostima serve appunto resilienza, modalità della mente e della psiche umana di reinventarsi e rigenerarsi.

Il Cilento, nostro fantasma muto e minaccioso, culla di un popolo forte e schivo, abbisogna di una chiave di volta efficace; proprio la resilienza dunque col suo effetto contaminante può significare causa di radicale cambiamento.

Vatolla, paese fantasma collocato nell’entroterra del Cilento, nucleo abitato di scarse anime e pochi fumi, sospeso oltre il serpeggiare di strade collinari desolate, come non mai, ha segnato le tappe dell’Avvento di questo Natale. La borgata vichiana, epicentro di un recente terremoto di intensa vivacità culturale, ha rotto il silenzio contemplativo e gli schemi propri dell’assoluto immobilismo con diverse location, vari mercatini resilienti, stand di operatori pubblici e privati. Specialmente è servito a rompere la staticità, con una imponente scossa, il dinamismo dello studio inerente gli elementi della biodiversità del territorio cilentano e della progettualità innovativa delle società di sviluppo. La borgata con il padiglione del gusto ha poi permesso ai numerosi visitatori di assaporare i piatti tipici della ruralità del Cilento. Sul posto si sono alternate diverse presenze del mondo politico e culturale. A conclusione del Meeting è stato redatto un protocollo sulla resilienza rurale; un valido documento da cui partire nelle azioni di una più diffusa programmazione a dimensione europea. La Fondazione “Giambattista Vico”, dalla minuta frazione di Perdifumo, in Provincia di Salerno, nel cuore del Parco Naturale del Cilento, ha promosso, fra l’altro, in seno alla sua azione socio- culturale più recente, la formazione nelle scuole della Campania. Dal 24 al 26 novembre, nella sede del castello di Vatolla, nota dimora vichiana, in stretta collaborazione con l'Istituto “G. Vico” di Agropoli, ha promosso un importante ciclo di attività formative. Il Prof. Andrea Ciccarelli, docente di Economia Aziendale, appassionato dei temi di politica e di economia, da anni in servizio presso l’ITIS di Agropoli, si è attivato fattivamente a sostegno dei suoi giovani studenti a garanzia di un serio percorso formativo. Prezioso, nell’opera del docente, è risultato il motivato e attivo contributo della Dott.ssa Teresa Pane. Il tema fondamentale intorno al quale si è discusso nel Palazzo De Vargas riguardava lo sviluppo locale sostenibile e duraturo. La tematica, affrontata in vari percorsi (filiera culturale, turismo e servizi, filiera enogastroalimentare) è stata legata a vari temi come l’analisi del territorio locale, l’innovazione sociale, la sostenibilità. Una folta quantità di giovani studenti, oltre trecento, ha avuto la possibilità di confrontarsi e di esplorare le varie possibilità di conoscenze alla base delle opportunità di crescita e di sviluppo del proprio territorio. Recentemente, nei giorni 17, 18 e 19 dicembre gli alunni dell’Istituto Tecnico Economico “Giambattista Vico”, nella fase di prosecuzione del Progetto “ Scuola e Territorio” sono stati accompagnati a Napoli per partecipare a una serie di attività presso la sede della Fondazione “G. Vico” di San Gregorio Armeno. Siamo certi che questa esperienza è risultata di grande utilità ai giovani studenti del “Vico” di Agropoli. Non resterà soltanto l’esodo per le vie partenopee e nella borgata di Vatolla, sede storica del Palazzo De Vargas, ove Giambattista Vico, in qualità di precettore dei rampolli Rocca, trascorse gli anni dal 1689 al 1695, un periodo importante per la sua formazione culturale.

“Il Cilento, sostiene iil Presidente della Fondazione “Vico”, come le altre aree rurali e interne d’Italia e d’Europa, soffrono la piaga della desertificazione sociale. Infatti un galoppante spopolamento sta mettendo a rischio l’idea di futuro per delle comunità un tempo floride e sulle quali la civiltà contemporanea ha basato la sua essenza. La mancanza di politiche efficaci e la corsa verso la globalizzazione stanno velocizzando questo processo che impedisce a migliaia di famiglie e soprattutto ai giovani di usufruire delle immense opportunità che può rappresentare l’economia rurale, specie se legata alle tradizioni e all’eccellenza, anche grazie all’innovazione e alla smartizzazione che oggi permettono di ampliare gli orizzonti e di vivere una ruralità non emarginata ma che si candida come motore del fenomeno ‘g-local’. La spinta”, conclude il Presidente, “deve venire da una spontanea maturazione delle comunità rurali che devono impegnarsi nell’attuare percorsi sociali innovativi che velocizzino il ripristino delle funzioni produttive storiche dei borghi e delle connessioni territoriali e, questo fenomeno necessita di una capacità di adattamento alle difficoltà e di uno slancio reattivo non remissivo. Questa è, in pratica, la resilienza….” La resilienza che tutta la nuova generazione deve sapere cogliere per disegnare un domani fatto di certezza migliorativa e qualità esistenziale sia sul piano sociale che economico. Occorre dunque che il Cilento si adoperi in termini di resilienza e fattivamente reagisca in modo opportuno ai cambiamenti; è tempo che la sua velocità di crescita adegui il suo processo dopo essere stata sottoposta alle notevoli e mutevoli perturbazioni sociali, economiche e culturali. Siamo convinti che, in tal senso, vale la pena scommettere sulla nuova generazione.

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