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L’estremismo uccide la libertà

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Considerazioni della II B del Liceo scientifico " Gatto"

A due mesi dalla strage nella redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, la classe II B del liceo Scientifico Gatto di Agropoli, attraverso la sensibilizzazione della docente di lettere Antonella Lauretti, ha avuto l’esigenza di esprimere alcune considerazioni partendo proprio dai fatti tragici di Parigi. Si può parlare oggi di libertà di espressione? In un Paese civile ognuno dovrebbe avere il diritto di esprimere la propria opinione, senza proibizioni, eppure i fatti di cronaca fanno capire che non è così. L’obiettivo della rivista Charlie Hebdo è quello di salvaguardare il valore della libertà di parola in una società libera, tuttavia le sue vignette sono state disapprovate dal mondo islamico che, erroneamente, confonde la satira con l’insulto. Tanti hanno espresso la loro contrarietà a questa violenza, perché nulla giustifica l’omicidio, tanto più perché il fanatismo islamico è il prodotto  di un’errata lettura del Corano. Non può esserci, infatti, un dio che dica di fare la guerra, di uccidere per fare del bene, non può esistere una guerra santa, perché una religione non può incitare alla violenza. L’11 settembre 2001, a New York il disastroso attentato alle Torri Gemelle fece già conoscere al mondo la minaccia di  Al Quaeda contro la libertà del mondo occidentale, visto come miscredente e come ostacolo alla creazione di un nuovo califfato. In tal caso, come sostiene Dacia Maraini, il fondamentalismo islamico si rivelerebbe una specie di Santa Inquisizione, e quindi come questa, un tragico errore della storia. Criticarlo, però, non significa rifiutare il mondo islamico ma soltanto quei precetti che, tradotti in comportamenti, ledono i principi di libertà. E che dire della Nigeria, dove l’organizzazione terroristica jihadista Boko Haram (letteralmente “educazione occidentale proibita”) nata nel 2002 per mano dell’imam Mohammed Yusuf, sabato 10 gennaio, ha imbottito di esplosivo una bambina di 10 anni provocando 19 morti e 18 feriti al mercato di Maiduguri? Insomma, la minaccia del fanatismo islamico preoccupa sempre di più il mondo occidentale, che cerca una soluzione a questo grave problema.Nei Paesi industrializzati d’Europa, l’Italia in particolar modo, sono molti gli immigrati in cerca di lavoro provenienti dai Paesi del Maghreb e del Medio Oriente. C’è bisogno allora di una soluzione urgente, in quanto anche il limite imposto alla circolazione dei cittadini europei, sancita dal trattato di Schengen, non basta, perché gli attentatori hanno spesso regolari documenti. L’Europa si trova ad affrontare la minaccia di un integralismo islamico che imperversa, che rifiuta la visione laica del mondo fondata su valori di libertà individuale e collettiva, diversamente garantiti dal mondo occidentale. Nel mondo islamico il testo sacro è anche legge dello Stato, pertanto è forte la convinzione che solo la piena applicazione della legge islamica può mettere fine alle dannose interferenze occidentali.  Secondo la cultura islamista la loro civiltà sarebbe stata sopraffatta e umiliata da quella dell’Occidente e questo avrebbe causato povertà e subordinazione negli ultimi anni, pertanto ciò spiegherebbe questa sorta di “guerra del terrore” contro gli obiettivi occidentali.                                                                                                        Stiamo forse assistendo ad una Crociata all’inverso, che mira alla conquista delle nostre anime, alla scomparsa della nostra libertà, fondamento innegabile della nostra democrazia? Se in passato era presente l’idea di modernizzare l’Islam assorbendo quanto di buono ci fosse nell’ambito della cultura occidentale, oggi tale obiettivo è sfumato considerando la volontà di quello di islamizzare la modernità, facendo invece emergere la propria grandezza. Probabilmente l’Islam desidera recuperare una propria identità e centralità nel mondo. L’Occidente è frutto del Cristianesimo, ma attualmente la società occidentale ne prende le distanze, per questo la risposta dell’Occidente non può definirsi una guerra del Cristianesimo contro l’Islam, inoltre molti musulmani sono persone desiderose di pace, perché l’Islam ha in sé molti elementi di pacifismo.Il “Besa”, infatti, è un codice di condotta derivato dal Corano, secondo il quale chi viene a cercare aiuto in un momento di bisogno non deve essere mandato via, pertanto esso è un esempio etico di tolleranza attivo e ben radicato in questa cultura millenaria. La storia contemporanea narra addirittura che durante le persecuzioni razziali i musulmani salvarono molti ebrei, aiutandoli a fuggire con documenti falsi. Si deduce che in quell’oscuro periodo storico i musulmani si fossero sentiti vicini agli Ebrei, che avessero avvertito il bisogno di aiutarli anche nell’osservanza di quanto afferma il Corano, ovvero: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”.  La violenza a cui stiamo assistendo, dunque, altro non è che un’interpretazione estremista del messaggio islamico, ma la storia insegna che dovremmo aprirci al dialogo interreligioso piuttosto che essere sempre in guerra con chi è diverso da noi.

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