Nasceva oggi Filippo Patella, un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia d’Italia

Presso l'aula consiliare di Agropoli sono custoditi basco, moschetto e sciabola

Luisa Monaco
Filippo Patella

Il 25 marzo del 1817, nel comune di Agropoli, nacque un uomo che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia d’Italia: Filippo Patella. Dopo aver completato gli studi nel seminario della sua città natale, Patella fu nominato parroco della stessa e, oltre alla sua attività religiosa, si dedicò anche all’insegnamento. Fu proprio in quegli anni che ebbe modo di approfondire le idee liberali e democratiche che lo avrebbero portato a diventare uno dei principali esponenti del movimento patriottico italiano.

Filippo Patella: la storia e le sue idee rivoluzionarie

La sua passione per il pensiero mazziniano lo portò ad iscriversi alla Giovine Italia, un’organizzazione fondata da Giuseppe Mazzini con l’obiettivo di unire l’Italia in una sola nazione indipendente e democratica. Patella divenne uno dei principali attivisti del movimento e fu nominato tra i membri del Comitato Nazionale, con l’incarico di organizzare e diffondere le idee rivoluzionarie sul territorio.

Nonostante il suo impegno e la sua dedizione, le autorità borboniche non tardarono a perseguitarlo, impedendogli di continuare la sua attività politica e costringendolo ad andare in esilio. Tuttavia, Patella non si arrese e partecipò attivamente ai moti rivoluzionari nel Cilento e a Roma, dove incontrò Giuseppe Garibaldi, che sarebbe diventato il suo grande amico e compagno di lotta.

Dopo diversi anni trascorsi in Francia e nel nord Italia, dove fece il professore di italiano, latino e greco, Patella venne a conoscenza della spedizione dei Mille guidata da Garibaldi, che aveva l’obiettivo di liberare l’Italia meridionale dal dominio borbonico. Senza esitare, Patella si unì alla causa e partì con i Mille il 5 maggio del 1860 dallo scoglio di Quarto. Durante la spedizione, si distinse per il suo coraggio e la sua abilità militare, partecipando alla battaglia di Calatafimi al fianco di Nino Bixio e alla presa di Palermo e Milazzo.

Dopo la conquista di Napoli, Patella fu nominato colonnello per i suoi atti di eroismo e fu insignito della medaglia al valore militare. Tornato a Napoli, riprese la sua attività di insegnante e fu anche nominato preside del Liceo Umberto I. Morì l’11 gennaio del 1898 nella città che tanto amava, lasciando dietro di sé una traccia indelebile nella storia del nostro paese.

Ecco come Agropoli ricorda Filippo Patella

Oggi, ad Agropoli, una via del centro è dedicata a Filippo Patella e il Comune conserva presso l’aula consiliare il basco, il moschetto e la sciabola che lo accompagnavano durante la sua carriera militare. La sua figura rimane un esempio di coraggio e dedizione per le generazioni future.

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