Fuga dal Cilento, ecco il rapporto Unicef: soltanto il 16 per cento dei ragazzi vuole restare

Alessandra Pazzanese

Ieri a Napoli, presso Palazzo Santa Lucia, si è tenuto l’evento organizzato dall’ UNICEF e dalla Regione Campania per presentare i risultati dello studio di ricerca “Crescere nelle aree interne. Le esperienze di vita di bambini, bambine e adolescenti nel contesto del Cilento interno” realizzato dall’UNICEF Innocenti – Centro di Ricerca di Firenze. L’evento è stato aperto da Elisabetta Garzo, Presidente Tribunale di Napoli, Giovanni Galano, Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza per la Regione Campania e Emilia Narciso, Presidente del Comitato UNICEF Campania.

La giornata

Nel corso dell’evento, i ricercatori dell’UNICEF Innocenti – Ufficio Globale di Ricerca e Previsioni Strategiche Alessandro Carraro, Caterina Arciprete e Gwyther Rees e una delegazione di ragazzi e ragazze degli Istituti Comprensivi e Superiori del Cilento Interno hanno presentato il rapporto. È poi seguita una tavola rotonda con Gabriele Iuliano, Sindaco di Roccadaspide, ente capofila Area interna del Cilento interno, Lucia Fortini, assessore alla Scuola, alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili della Regione Campania e Gilda Panico, presidente Ordine Assistenti sociali della Regione Campania.

Le finalità

Il Rapporto si è posto l’obiettivo di comprendere le sfide e le opportunità di bambini e adolescenti che vivono in aree marginalizzate e di migliorare la comprensione del fenomeno della povertà infantile territoriale, in particolare nelle aree del Cilento interno, dove spopolamento, chiusura di servizi essenziali e mancanza di opportunità economiche contribuiscono al progressivo impoverimento della comunità. Dall’indagine sono emersi forti segnali di “depressione” legata allo spopolamento, In tutto il Cilento Interno, infatti, solo il 16% dei ragazzi pensa di rimanere nel proprio territorio da adulto.

I genitori e in particolar modo le madri pur apprezzando il supporto della comunità e il clima di tranquillità hanno manifestato ansia rispetto alla lontananza dai servizi sanitari di base.  Per i bambini e le bambine delle scuole primarie è stato evidenziato un forte attaccamento ai paesi e al loro patrimonio naturalistico e culturale.

Tuttavia, con il crescere dell’età il territorio gli appare meno in grado di soddisfare i loro bisogni. L’inadeguatezza dei collegamenti tra i paesi e le frequenti interruzioni della viabilità sono percepite dai ragazzi come uno dei principali problemi.

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