Una vicenda giudiziaria che ha fatto discutere nella comunità di Olevano sul Tusciano si è conclusa con la conferma della condanna in appello per una maestra di asilo, riconosciuta colpevole di maltrattamenti verso i suoi giovani alunni. La Corte di Appello di Salerno, presieduta da Silvana Clemente con i giudici Stefano Berni Canani e Pietro Giocoli a latere, ha confermato la sentenza di primo grado, stabilendo due anni di reclusione, con pena sospesa.
La vicenda giudiziaria e i fatti contestati
La sentenza in appello ha ribadito la colpevolezza dell’insegnante, che era accusata di maltrattamenti in danno di alcuni bambini.
L’insegnante, che rischiava di perdere la “cattedra”, è stata condannata anche al risarcimento dei danni nei confronti delle parti lese. La vicenda dei maltrattamenti, avvenuti in una frazione centrale di Olevano sul Tusciano, risale a circa un anno fa e si è svolta presso la Scuola dell’Infanzia e Primaria “via Croce”.
Inizialmente le denunce erano state sette, ma i procedimenti in Tribunale si sono poi ricondotti a cinque.
Le accuse dei bambini e la difesa dell’accusa
Secondo il testo, i bambini, al rientro a casa, mostravano segni di malessere, grembiuli strappati e qualche scarpa mancante. La maestra è stata accusata di aver punito i bambini in modo violento. Si legge che l’insegnante era solita colpire i bambini e umiliarli in classe.
I bambini tornavano a casa e riferivano ai genitori che la maestra “colpiva i bambini alla nuca” e li redarguiva. “L’insegnante non perderà la ‘cattedra’, durante il processo è andata in pensione. Le resta l’interdizione dai pubblici uffici”. Inoltre, per quanto riguarda le aggressioni fisiche, gli alunni “più vivaci venivano sollevati per il colletto o per le braccia e accompagnati di peso fuori dall’aula”.
La conclusione per gli investigatori è stata perentoria: “la maestra aveva creato un regime di vita scolastica assolutamente vessatorio”. Durante i dibattimenti in appello, le famiglie hanno evidenziato la vivacità degli alunni, in risposta alla difesa della maestra che sosteneva che i maltrattamenti non fossero un dato oggettivo.
La conclusione definitiva del processo
Il processo per i maltrattamenti, iniziato con un batti e ribatti, si è concluso con la conferma della sentenza di primo grado e l’inammissibilità del ricorso in appello per i legali della maestra.
La Corte di Appello di Salerno ha, infatti, rigettato la richiesta del Procuratore Generale, Russo, che aveva chiesto solo la derubricazione del reato in maltrattamenti con abuso di mezzi di correzione. Per i giudici, il reato è rimasto inalterato ed è stata confermata la condanna a due anni di reclusione.

