Liste d’attesa nella sanità pubblica: Codacons lancia battaglia legale

Per il Codacons si tratta di una grave crisi che sta spingendo una fetta sempre più ampia di cittadini a rivolgersi alla sanità privata

Alessandra Bamonte
Ospedale

Codacons e Articolo 32 (Associazione specializzata nella tutela del diritto alla salute) lanciano una nuova battaglia legale a favore degli utenti contro le liste di attesa nella sanità pubblica. Il problema dei tempi di attesa eccessivi per visite specialistiche e test non solo non è stato risolto nel nostro Paese, ma anzi si è aggravato, anche a causa della pandemia da Covid – spiegano Codacons e Articolo 32.

Liste d’attesa: i dati

Le ultime indagini in materia registrano tempi massimi di attesa fino a quasi 2 anni (720 giorni) per mammografia, 465 giorni per TAC, 375 per ecografia, 365 per intervento cardiaco, 360 per intervento ortopedico e 300 per visite specialistiche (dermatologia, reumatologia, endocrinologia).

Si tratta di una grave crisi che sta spingendo una fetta sempre più ampia di cittadini a rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria le prestazioni. La conferma arriva dai numeri forniti dalla Ragioneria Generale, che mostrano come la spesa degli italiani per le prestazioni sanitarie private sia passata dai 28,13 miliardi di euro del 2016 ai 37,16 miliardi di euro del 2021, con una crescita del +32%, secondo il Codacons.

Le criticità

Chi non può permettersi visite e interventi presso strutture private è costretto ad attendere i tempi interminabili della sanità pubblica, rischiando che le proprie condizioni di salute peggiorino con gravi ripercussioni.

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2021 l’11% delle persone che necessitavano di visite o esami specialistici ha dichiarato di avervi rinunciato per problemi economici legati alla difficoltà di accesso al servizio, mentre il 3,3% della popolazione, circa 2 milioni di persone, ha rinunciato alle cure mediche per a tempi di attesa eccessivi.

Anche l’introduzione nel 2019 del Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa (PNGLA) non è riuscita a risolvere quella che di fatto è un’emergenza, come denunciato dal Codacons e dall’Articolo 32.

Tale piano ha obbligato le Regioni a garantire ai pazienti un tempo massimo di attesa di 72 ore per le prestazioni urgenti, 10 giorni per le prestazioni di priorità B (breve durata), 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici per le prestazioni di priorità D (differibili).

L’iniziativa

Per sostenere i cittadini danneggiati dalle liste di attesa in sanità pubblica, Codacons e Articolo 32 lanciano oggi una nuova iniziativa legale, mettendo a disposizione degli utenti un modulo attraverso il quale ottenere il rimborso della spesa dalla propria ASL.

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