La Salernitana cade a Frosinone: i Granata sono aritmeticamente retrocessi in B

Carmine Infante

La Salernitana è in Serie B. È il verdetto sancito allo stadio “Stirpe” e alla vittoria del Frosinone, che si impone per 3 a 0 su una Bersagliera determinata, ma come sempre disordinata.

Ormai anche i numeri stabiliscono, inesorabili, ciò che già era noto: l’impossibilità della rimonta salvezza per una Salernitana incapace, lungo un’intera stagione, di rendere orgoglioso il pubblico magico dell’Arechi.

La cronaca

La Salernitana prova a farsi onore in Ciociaria, nonostante una classifica disperata. Il più attivo è Ikwuemesi, capace di temere in apprensione la difesa ospite e anche di mettere a segno un goal (annullato per fuorigioco). A condizionare le sorti del match sono le solite disattenzioni dei Cavallucci, che compromettono le sorti dell’incontro già nella prima frazione. L’equilibrio si rompe al minuto 9’: Sambia tira giù Valeri in area di rigore, dal dischetto Suolè è infallibile e fa 1 a 0. Al 25’ arriva anche il raddoppio dei Ciociari.
Sempre protagonista Valeri, questa volta in versione asist-man per Brescianini, che ringrazia e supera Costil.

Nella ripresa il Frosinone amministra bene. C’è tempo, però, per i rimpianti, proprio quando la contesa sembrava chiusa. Al 75’ il subentrante Gomis, solissimo, spara clamorosamente a lato il pallone che avrebbe riaperto l’incontro. Nel finale il Frosinone spegne ogni orgoglio granata con il mancino chirurgico di Zortea per il 3 a 0.

Una stagione disastrosa

Il ritorno in cadetteria arriva dopo tre anni in massima serie. Assolutamente inutile snocciolare le statistiche di questa compagine: la peggiore della competizione sotto ogni aspetto, la peggior difesa e il peggior attacco, solo due le vittorie.
Quattro sono stati i condottieri a sedere sulla panchina dei granata (Sousa, Inzaghi, Liverani e Colantuono).

Nessuno di essi capace di insufflare l’animo di squadra in un insieme di calciatori; eppure il portoghese già a Rivisondoli, in tempi non sospetti, aveva lanciato i primi campanelli d’allarme sull’inadeguatezza della rosa. Allora le sue parole rimasero inascoltate, si preferì tendere l’orecchio a quelle altisonanti della società che promettevano imprudentemente il lato sinistro della classifica.
La retrocessione matematica giunge quasi desiderata, perché la speranza ormai aveva abbandonato anche il cuore del più utopista dei tifosi granata.

Adesso almeno si potrà pensare al futuro per ricostruire, con l’augurio che questa discesa in B possa essere solo una parentesi per ritornare in A più forti e organizzati, forse soprattutto più realisti.

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