La natalità tocca il minimo storico in Italia: meno di 7 neonati per 1000 abitanti

Gli esperti: «entro il 2050, l’italiano medio avrà 75 anni».

Francesca Scola
Neonato

Sono soltanto 7 i nuovi nati per ogni 1000 abitanti, mentre è maggiore a 12 il numero di decessi. Un dato preoccupante quello riportato dall’Istat che vede la soglia dei decessi maggiore, quasi del doppio, rispetto a quella dei nuovi nati. Mentre la mortalità resta ancora elevata, la natalità, per la prima volta dall’unità d’Italia, si ferma a 393mila unità.

I dati precedenti

L’ultimo anno in cui si è registrato un aumento delle nascite è il 2008, da quel momento in poi vi è stato un calo di 184mila unità, che ha subito un’accelerata dal 2019 in poi. A determinare una così bassa quantità di neonati non è tanto  la scelta delle coppie di non avere figli, quanto il calo dimensionale e l’invecchiamento progressivo delle donne durante l’età considerata, per convezione, riproduttiva (15-49 anni).

Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale presso l’Università Cattolica di Milano e Roberto Impicciatore, demografo dell’Università di Bologna hanno scritto, nel 2022, un volume che discute dell’invecchiamento della popolazione italiana e della bassa fecondità.

Le criticità

I ricercatori denunciano, sulla base di dati Istat, la mancanza di attenzione dell’Italia nei confronti delle politiche familiari. Diversamente da Paesi come Francia e Svezia, l’Italia sembra non essersi preparata per tempo a mantenere la fecondità in maniera adeguata.

Secondo gli studiosi la posizione raggiunta attualmente dal nostro Paese è irreversibile, poiché il punto di non ritorno è stato ormai superato nel 2014 con uno stop alla crescita della popolazione. Il futuro non si prospetta sereno afferma Rosina poiché «entro il 2050, l’italiano medio avrà 75 anni».

Le soluzioni

Bisogna attivare delle politiche che facilitino la permanenza dei giovani sul territorio al fine di aumentare la natalità e garantire anche un fondo pensionistico. Sono più di tre milioni, in Italia, i neet (under 36 che non lavorano, non studiano, né hanno prospettive per il futuro). Ad essi si affiancano i “cervelli in fuga”, non soddisfatti delle possibilità lavorative per i giovani sul territorio.

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