Inchiesta su appalti a Capaccio Paestum: primi interrogatori. Oggi la nomina dei consulenti

Procura ipotizza un patto corruttivo tra Franco Alfieri e la società Dervit per l'appalto della pubblica illuminazione a Capaccio Paestum

Ernesto Rocco
Capaccio: sospetti su gare d'appalti, al via gli interrogatori

Saranno nominati oggi i consulenti tecnici che dovranno effettuare accertamenti su documenti e pc acquisiti durante le perquisizioni poste in essere nella giornata di martedì tra provincia di Salerno, comune di Capaccio Paestum e Agropoli, presso l’ufficio legale di Franco Alfieri. Sei le persone indagate, oltre al presidente dell’ente provinciale e sindaco della città dei templi ci sono l’agropolese Andrea Campanile, componente del suo staff, la sorella Elvira, titolare dell’Alfieri Impianti, l’amministratore della società Dervit di Roccadaspide, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, titolare di una procura speciale per conto della società e Carmine Greco, dipendente comunale.

Una inchiesta che potrebbe allargarsi

Tuttavia altri potrebbero finire nel mirino della magistratura che starebbe valutando di estendere l’inchiesta. Tra le accuse anche il concorso in corruzione. A coordinare le indagini portate avanti dalle fiamme gialle di Eboli e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria provinciale, la Procura di Salerno con il pm Antonio Di Vico.

Sospetti sugli appalti

Tutta l’attività investigativa è partita dagli appalti per la pubblica illuminazione a Battipaglia e Capaccio Paestum.

Secondo quanto ricostruito almeno al momento dalla Procura, sussisterebbero molteplici elementi che porterebbero ad ipotizzare che l’aggiudicazione dell’appalto di Capaccio Paestum sia stata preceduta dalla stipulazione di un patto corruttivo tra il sindaco Franco Alfieri e la Dervit.

In sostanza, secondo quanto si legge nei provvedimenti, il sub-appalto che la società rocchese ha concesso ad Alfieri Impianti Srl nell’ambito della gara vinta a Battipaglia, sarebbe stata la base per assicurare l’aggiudica del medesimo appalto nel comune cilentano. Si ipotizza, dunque, che il subappalto concesso alla Alfieri Impianti su Battipaglia si configuri alla stregua di un «corrispettivo illecito» strumentalmente concesso da De Rosa alla ditta degli Alfieri al fine di ottenere l’aggiudica dell’appalto a Capaccio Paestum. A rafforzare la tesi della Procura ci sarebbe anche il fatto che alla procedura bandita a Capaccio Paestum abbia partecipato solo Dervit nonostante fossero state invitate altre nove imprese. Tutte accuse, queste, che dovranno però essere dimostrate e dalle quali gli indagati sono chiamati a rispondere.

Le reazioni

«Ho saputo di cosa si trattasse leggendolo dai giornali. Voglio comunque precisare che il Comune di Battipaglia è estraneo ai fatti: noi abbiamo fatto una gara aperta, hanno partecipato diversi soggetti e alla fine ha vinto la Dervit». Così il sindaco di Battipaglia Cecilia Francese.

Alfieri, che già all’indomani delle perquisizioni si era detto tranquillo, ha ribadito la sua serenità e la fiducia nella magistratura: «Non mi posso consentire distrazioni nè inquietudini. Sono andato a inaugurare un ponte ad Angri e adesso sono in Provincia, ieri sera ho fatto una riunione come sindaco di Capaccio Paestum sul randagismo. Io continuo a lavorare con grande serenità, devo dar conto alla fiducia dei cittadini. E io ho fiducia nella magistratura e negli organi che fanno il loro lavoro».

L’amministratore cilentano già prevede l’archiviazione e parla di un «dejavù». Quest’anno si vota a Capaccio Paestum e già cinque anni fa, alla vigilia delle elezioni, Alfieri fu coinvolto in una inchiesta.

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