Giovanni racconta la sua battaglia contro il cancro e i disagi per la chemioterapia

Erminio Cioffi
Ospedale

Non so quanto mi resta da vivere, ho fiducia nella medicina, ma affronterei questa battaglia contro il cancro molto meglio se non fossi costretto ad andare fuori per poter ricevere la chemioterapia”. Inizia con queste parole lo sfogo di un malato oncologico di Sala Consilina, che chiameremo Giovanni, un nome di fantasia per tutelare la sua privacy, che da diverso tempo sta combattendo contro un tumore al colon e periodicamente è costretto ad andare in altri ospedali per poter ricevere la chemioterapia.

Il racconto

“Io fortunatamente – racconta – ho una famiglia e dei figli e c’è sempre qualcuno che mi può accompagnare in ospedale e restare con me fino alla fine della terapia per poi tornare a casa, ma ho conosciuto altre persone del Vallo di Diano, anche loro affette da una patologia oncologica, che non hanno nessuno e spesso sono costrette a chiedere aiuto a qualche amico per poter essere accompagnate in ospedale, c’è anche chi va in strutture che si trovano in Basilicata, e quando non trovano nessuno sono costrette a pagare qualcuno perché possa accompagnarle”.

Il problema degli spostamenti per raggiungere altri ospedali da parte di chi deve sottoporsi a terapie così delicate in parte viene alleviato dal Taxi sociale, un servizio messo a disposizione dalla Comunità Montana Vallo di Diano, attivo da circa un anno, e che ha consentito a diverse persone che non hanno nessuno che possa accompagnarle di poter raggiungere le strutture ospedaliere.

Fortunatamente c’è un servizio di questo tipo – continua Giovanni – e dove sono in cura ho conosciuto alcune persone del Vallo di Diano che ne hanno usufruito, ma spesso in questi casi subentra anche la voglia di aiutarsi l’un l’altro. Qualche settimana fa ho assistito ad una scena che mi ha toccato il cuore, ero in ospedale dopo aver ricevuto la terapia ed ero in attesa di essere dimesso ed un altro paziente, anche lui del Vallo di Diano era disperato perché non c’era nessuno che poteva accompagnalo nel giorno fissato per la successiva somministrazione della chemioterapia, il figlio di un altro paziente che tra l’altro vive a diverse decine di chilometri di distanza dal Vallo di Diano si è offerto di andare a prenderlo a casa, accompagnarlo in ospedale e riportarlo a casa. Alla fine dove non arriva lo Sanità arriva il cuore delle brave persone. Certo tutto questo si potrebbe evitare se finalmente si decidessero ad attivare l’ambulatorio anche all’ospedale di Polla”.

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