Eboli: Il carnevale di Don Annibale è tradizione. Tornano Pulcinella, Giulietta, Carolina, zì Aniello e il dottore

Il gruppo del Don Annibale sarà in scena in più di una occasione per omaggiare la tradizione carnevalesca della città

Silvana Scocozza
Carnevale Eboli

Di un calendario ufficiale del Carnevale 2023 a Eboli non c’è traccia, ad oggi, su nessuno dei canali istituzionali, ufficiali, del Comune di Eboli. Eppure martedì 21 febbraio, a meno di una settimana da oggi, si celebra l’ultimo giorno della festa più colorata dell’anno, quella attesa dai bambini ma anche dagli adulti e inizia la Quaresima, il periodo religioso che ci accompagna verso la Santa Pasqua.

L’iniziativa del gruppo Don Annibale

Tuttavia, quando alla tradizione locale ti legano importanti affetti familiari bisogna necessariamente darsi da fare e “senza lasciarci demoralizzare dall’effetto abbandono da parte di chi dovrebbe aiutarci nell’offerta degli eventi, siamo riusciti, con gli amici dell’Associazione culturale Seleventum di Santa Cecilia, ed altri gruppi, a riportare un po’ di carnevale in determinate date e in determinate zone ad Eboli”, scrivono i membri del gruppo Don Annibale – Farsa carnevalesca di Eboli.

Il gruppo del Don Annibale, infatti, capitanato da Cosimo Parisi, giovane amante della tradizione, della cultura e della storia del territorio ebolitano, figlio del compianto Massimo, tra i maggiori sostenitori e fautori di questo appuntamento culturale, e storico portatore della maschera di Don Annibale, sarà in scena in più di una occasione per omaggiare la tradizione carnevalesca e anche la Città.

Il programma

Domenica 19 febbraio, ore 11.30 appuntamento nel borgo antico, presso la chiesa di San Francesco e in scena ci saranno insieme a Don anche gli altri caratteristici personaggi di Giulietta, Zì Aniello, Dottore, Pulcinella e Carolina. Nella rappresentazione di una farsa che è sempre molto attesa in Città.

Alle ore 15.30, in pieno centro cittadino, in viale Amendola, prevista invece la sfilata dei gruppi in maschera e dei carri allegorici e alle 18.30 in Piazza della Repubblica replica della farsa del Don Annibale.

Martedì 21 febbraio, dalle ore 16.00 per la chiusura del carnevale l’appuntamento è a Santa Cecilia di Eboli, con la sfilata dei gruppi in maschera e una nuova rappresentazione della farsa carnevalesca.

Domenica 26 febbraio, presso la sede del Comitato Quartiere Paterno Don Annibale sarà proposto in versione teatrale, in collaborazione con gli amici dell’Associazione Eboli Cultura del Territorio.
La compagnia del Don Annibale è come sempre accompagnata dalla Banda Musicale “Città di Eboli”.

La nota polemica

Il Carnevale a Eboli? Ufficialmente, e al momento, non c’è traccia di alcun programma sui canali di comunicazione ufficiali della Città di Eboli.

Vuota è la sezione eventi del sito istituzionale del Comune di Eboli www.comune.eboli.sa.it e nessun post è stato pubblicato sulla pagina istituzionale del Comune di Eboli, sulla piattaforma social del network Facebook che è megafono delle attività di tante pubbliche amministrazioni, al passo con i tempi.
Eppure, nel balletto delle competenze su chi e come dovrebbe gestire la comunicazione istituzionale e politica dell’amministrazione del Sindaco Conte, dove ognuno comunica a modo suo cose, fatti, argomenti e si appunta al petto medaglie e appende alle pareti di casa attestati e “storiche” conquiste del territorio, per scalzare l’avversario che molto spesso siede proprio tra le fila della stessa maggioranza, la Città resta a guardare e aspetta.

Per fortuna, però, ci sono le associazioni, quegli organismi ludici, culturali, sportivi, teatrali e di intrattenimento che arrivano sempre a riempire vuoti e a colmare baratri lasciati da chi dovrebbe essere deputato, anche, all’organizzazione di eventi e di momenti di intrattenimento.
Ma si sa, dove la politica è assente arrivano gli organismi culturali. E, dunque, anche il carnevale a Eboli quest’anno è salvo.

La farsa di Don Annibale nella tradizione culturale ebolitana

La maschera ebolitana del “Don Annibale” è assai antica. Risale ai primi anni del ‘700 e veniva recitata, cantata e suonata per le piazze del paese nelle domeniche che precedevano il carnevale e il Martedì Grasso, ultimo giorno di carnevale.

Tramandata da generazione in generazione, subì un periodo di stasi durante la Grande Guerra; fu ripresa nel 1929, recitata come in origine fino al 1940 e, per alcuni anni, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ovunque veniva accolta da applausi e consensi; finiva a tardissima ora della sera e si concludeva con una ballata, cantata e suonata nelle case delle varie famiglie che, con abbondanti mangiate, ospitavano i figuranti. I personaggi erano tutti maschi poiché all’epoca era vietato alla donna recitare. Si ignora il nome di chi la scrisse e chi la musicò.

La trama

La farsa narra della celebrazione di unione tra Giulietta e il protagonista principale Don Annibale, contrastato da zì Aniello, padre di Giulietta. Con l’aiuto di un intermediario, il Dottore che tutti i mali guarisce, i due riescono a convolare a nozze. Ma i problemi non finiscono perché all’improvviso compare una nota figura carnevalesca, Pulcinella, che con molto folklore chiede la mano della serva del Dottore, Carolina. Il dottore si trovava a risponderne in prima persona alla richiesta di Pulcinella e alla volontà di Carolina di unirsi con il proprio amato. La farsa finisce con un invito rivolto a tutti i presenti a partecipare al matrimonio tra Don Annibale e Giulietta, accompagnato da una tarantella napoletana eseguita dai musicisti, sempre presenti.

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