Cilento Terra di centenari? I dati oncologici sconfessano la credenza

Silvana Romano
Dottor Gigetto Di Gregorio

Le statistiche sui dati d’incidenza tumorale, raccolti in 20 anni sul territorio cilentano, si allineano a quelle nazionali, in alcune zone si arriva anche a soverchiare il grado percentuale, sempre se confrontato con quello di altre regioni. Nonostante il Registro dei Tumori dell’Asl Salerno 3 non venga aggiornato dal 2008, i dati, che negli anni sono stati raccolti, grazie alla collaborazione dei medici curanti che operano sul territorio cilentano, sono dettagliati e soprattutto allarmanti.

Il pensiero del dottore Gigetto Di Gregorio

Si dice stanco il dottor Di Gregorio, presidente della Società Cooperativa Medica Parmenide, composta da oltre 116 medici che operano nel settore della medicina generale su un territorio che va da Eboli a Sapri. Gli studi, le pubblicazioni, i convegni, svolti e organizzati in decine di comuni sempre indirizzati a migliorare il servizio sanitario, a prevenire le affezioni e a mettere in luce una realtà oncologica allarmante, si scontrano irrimediabilmente con azioni illogiche. L’incidenza tumorale nel Cilento, soprattutto in quei comuni che s’affacciano lungo la traiettoria dell’ex Statale 18, è in linea con quella rilevata nelle città più densamente popolate, dove sono presenti insediamenti industriali, smog ed altre concause d’innesco delle affezioni oncologiche. E’ chiaro che la situazione abbia caratteristiche di opacità: “mi aspettavo che dopo aver fornito per anni i dati oncologici – afferma il dottor Di Gregorio – l’Asl mi chiamasse per capire, invece, mi ha convocato 2 volte la Procura della Repubblica.”

Morti giovani altro che centenari

Il rapporto intercorrente fra le morti di ultracentenari e quelle dei giovani è improponibile. Se da un lato e in un anno si festeggiano le 100 candeline di una decina di persone in tutto il Cilento, contestualmente si celebrano i funerali di giovani o anziani malati oncologici, numericamente in ascesa. Il dottor Gigetto di Gregorio sollecita una riflessione che, si spera, induca gli uffici preposti del Servizio Sanitario Nazionale a mettere nero su bianco quei dati dispersi dal 2008, da ben 15 anni: “chi tra noi non ha un familiare, un conoscente, un parente ammalato di cancro?”.

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