Cilento fuori dalla tratta alta velocità. Altri comuni pronti a ricorrere al Tar

Comuni divisi tra chi chiede l'alta velocità e chi punta sull'estensione della linea metropolitana

Maria Emilia Cobucci
Frecciarossa

La nuova tratta dell’Alta Velocità sta causando una lotta aperta tra Rete Ferroviaria Italiana e i Comuni del Cilento e del Golfo di Policastro. Il tracciato previsto da RFI, infatti, escluderebbe l’intero Cilento costiero dalla nuova infrastruttura. Questa è la ragione per cui i Comuni di Vibonati e Sapri, tramite i loro rappresentanti legali, gli avvocati Marcello Feola e Pasquale D’Angiolillo, hanno deciso di intervenire “ad adiuvandum” nei ricorsi presentati dai Comuni di Eboli e Campagna dinanzi al Tar Lazio.

La posizione dei comuni

Presto anche altri comuni potrebbero sostenere la battaglia contro il nuovo tracciato, a partire da Vallo della Lucania e dai centri limitrofi, mentre restano fermi i centri dell’alto Cilento che invece lavorano affinché la metropolitana di Salerno possa essere prolungata fino ad Agropoli

Il ricorso al Tar

Chi ha scelto di ricorrere al Tar, invece, chiede l’annullamento del decreto del ministero della Transizione Ecologica e del ministero della Cultura, attraverso il quale è stato espresso parere favorevole nei riguardi del nuovo tracciato previsto da RFI. Secondo quanto specificato nelle delibere di giunta adottate dai due enti locali, il percorso previsto da Rete Ferroviaria è più lungo di 58 km rispetto a quello attuale e comporta una spesa insostenibile di 30 miliardi di euro, la cui gran parte è destinata a gravare sul Fondo complementare, fuori dalla dotazione del Pnrr.

Le criticità ambientali

Ma non solo. Dal punto di vista ambientale, il nuovo tracciato attraversa aree interessate da severe criticità idro-geologiche, da un alto rischio sismico (Vallo di Diano e Calabria settentrionale) e da un notevole impatto ambientale (l’attraversamento di due Parchi nazionali, di una Riserva naturalistica di rango internazionale, numerose zone Sic).

Inoltre, sono previsti notevolissimi salti di quota, privi di qualsiasi giustificazione tali da generare uno squilibrato rapporto costi/benefici e lunghi e difficoltosi tempi di costruzione, che rischiano di vanificare la possibilità di vedere realizzata integralmente un’opera definita strategica per il Mezzogiorno. Ciò è in contrasto con il principio di sostenibilità ambientale fissato nell’Agenda 2030 e ribadito nel Next Generation UE.

I rischi per le aree costiere

Infine, la delocalizzazione dell’Alta Velocità rappresenterebbe un pericolo mortale per tutte le zone costiere della Campania, della Basilicata e della Calabria, che sarebbero condannate a un turismo essenzialmente automobilistico e di prossimità, insostenibile e in contrasto con il Piano strategico del turismo del 2017, i cui principali obiettivi sono stati riconfermati dal Pnrr.

Il Pnrr contempla un programma per lo sviluppo dei piccoli centri e il loro rilancio turistico. Queste sono le motivazioni ambientali, economiche e sociali che hanno spinto le amministrazioni a supportare e far valere le ragioni dei Comuni di Battipaglia ed Eboli nella lotta intrapresa dinanzi al Tar Lazio.

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