Cilento, crac impresa edile: condanna per padre e figlia

Dopo la pronuncia del verdetto, si attendono le motivazioni dei giudici per un eventuale ricorso in appello.

Redazione Infocilento
Il Tribunale di Vallo della Lucania

I giudici del Tribunale di Vallo della Lucania hanno emesso la sentenza di condanna per padre e figlia, per il crac di una società di Ascea, attiva nella produzione e commercializzazione di calcestruzzo.

Le pene inflitte

L’uomo è stato condannato a 4 anni di reclusione, mentre la figlia a 2 anni con sospensione della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Nel processo era costituita parte civile la Edil Cava srl, rappresentata dall’avvocato Fabio Ferlito, che vantava un credito di 1,5 milioni di euro della società asceota.

Le misure cautelari

Nel 2013, padre e figlia erano stati raggiunti da una misura cautelare agli arresti domiciliari e fu disposto il sequestro di 25 tra macchinari e veicoli della ditta.
Secondo le accuse, l’imprenditore avrebbe causato il dissesto della società distraendo una ingente somma di denaro.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla procura di Vallo della Lucania e condotte dai carabinieri e poi dai finanzieri per la parte economica, avrebbero permesso di ricostruire le operazioni poste in essere.

Il dissesto della società

Nella relazione del curatore fallimentare, è stato evidenziato come l’imprenditore abbia provocato il dissesto dell’azienda con operazioni economiche che causarono un passivo nel bilancio della società che gestiva l’impianto di calcestruzzo.

Dopo la pronuncia del verdetto, si attendono le motivazioni dei giudici per un eventuale ricorso in appello.

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