“Carcere per chi imbratta i beni culturali”, il nuovo disegno di legge di Fratelli d’Italia

Francesca Scola
Camera dei Deputati

La lotta di Fratelli d’Italia contro gli «eco-vandali» punisce i deturpatori di edifici pubblici o luoghi di culto tutelati come beni culturali. Il nuovo disegno di legge punta a rafforzare le misure relative alla tutela del decoro e le sanzioni già indicate dal Codice penale per coloro che imbrattano i beni culturali e ambientali presenti sul territorio. Una stretta che arriva a seguito delle numerose manifestazioni ambientaliste protratte dagli attivisti di Ultima Generazione, non ultima quella che ha coinvolto la fontana della Barcaccia a Roma, riempita di liquido nero.

Il disegno di legge è stato voluto fortemente dalla premier Giorgia Meloni e vede come primo firmatario il senatore Marco Lisei. Il testo approvato reca un articolo unico volto a modificare il decreto-legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e l’articolo 635 del Codice penale.

I dettagli

Nel testo si stabilisce, per chi ha ricevuto una o più denunce o è stato condannato per atti di vandalismo o deturpazione di beni culturali, il divieto di avvicinamento al bene tutelato per un periodo che va da sei mesi ad un anno. Chiunque violi il divieto riceverà una multa che va da 500 a 1.000 euro.

Si potrà arrivare persino al carcere, con una reclusione da sei mesi a tre anni per chi imbratta o deturpa edifici che sono posti sotto la tutela dei beni culturali. Il primo firmatario del disegno afferma che l’intenzione è quella di dimostrare che «il diritto di compiere atti di disobbedienza civile non va confuso con il diritto a compiere atti vandalici» e che bisogna delegittimare queste azioni.

La replica degli attivisti

Dal collettivo “Ultima Generazione” arriva una risposta secca «siamo molto sorpresi di vedere una maggioranza che, invece di occuparsi della crisi climatica, è sempre più attiva nel promuovere leggi che puniscano azioni non violente messe in atto da persone che sono preoccupate per il futuro». «Il ddl non ci spaventa siamo pronti a qualsiasi rischio legale, anche al carcere»

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