Capaccio Paestum: occupazione abusiva ed aggressione ai danni del proprietario dell’abitazione

Serena Vitolo

Ciò che sta accadendo nella città di Capaccio Paestum, sotto i riflettori di una Tv nazionale che ha trattato la vicenda con un servizio video, lascia sgomenti i cittadini e mette in luce un fenomeno sempre più presente ed indice, gioco-forza, di malessere sociale. Un caso di occupazione abusiva, per il quale sarà necessario procedere ad una formale denuncia-querela, chiedendo l’avvio di un procedimento penale nei confronti degli occupanti abusivi.

Una vicenda che pone interrogativi più generali sul degrado umano, economico e sociale a livello più ampio e che prescinde dalla nazionalità, molto spesso, di coloro che si rendono protagonisti di azioni di notevole violenza.

Le dichiarazioni

“Questo è quanto stiamo vivendo in questi giorni, mi ci metto in mezzo anche io perché intendo dare tutto il supporto ai miei amici e concittadini, proprietari di un appartamento letteralmente occupato “. Parole pronunciate da un giovane cittadino di capaccio per “una storia che va avanti da mesi ma che, purtroppo, ancora non vede un epilogo e che ha portato a cercare l’interesse mediatico, nella speranza che questo crei realmente attenzione entro una faccenda terribile”.

Abdullah, questo il nome del giovane protagonista degli accadimenti, extracomunitario, pregiudicato e già noto alle forze dell’ordine. Il giovane, stando alle segnalazione dei cittadini, è ancora a piede libero, tranquillo, nonostante si sia reso protagonista di atti aggressivi verso cose e persone, causando danni in giro. “Intanto noi siamo qui perché, oltre la trasmissione in tv, ci aspetta una vita di ansia e paura di ciò che potrebbe accadere”, queste le dichiarazioni di una giovane abitante del quartiere in cui si stanno susseguendo atti di violenza verbale e scontri tra il proprietario dell’appartamento ed il giovane straniero occupante.

Cosa fare ed il procedimento da seguire

Denuncia-querela per occupazione abusiva. Il fatto di trovare in casa persone estranee, che ne impediscano l’accesso con il chiaro intento di appropriarsene stabilmente, è detta occupazione abusiva, è un reato. Davanti a un caso di occupazione abusiva occorre recarsi presso un commissariato di Polizia (o stazione dei Carabinieri) per sporgere una formale denuncia-querela, chiedendo l’avvio di un procedimento penale nei confronti degli occupanti abusivi. Tuttavia, questa strada non consentirà alle Forze dell’ordine di entrare in casa eseguendo lo sgombero e la liberazione immediata dell’immobile.

Azione davanti al giudice civile. Con la denuncia-querela prenderà avvio il procedimento penale dove potrete, eventualmente, chiedere il risarcimento del danno nella qualità di parti civili. La cosa più diretta ed efficace da fare per riottenere il possesso del vostro immobile sarà allora rivolgersi al giudice civile. Secondo il Codice civile, infatti, anche se non siete proprietari di casa ma, ad esempio, la abitate come inquilini (o in base ad altro titolo), potete rivolgervi al Tribunale del luogo dove è situato l’immobile avviando un’azione di reintegrazione, altresì detta «azione di spoglio» (art. 1168, c.c.).

Il termine per esercitare tale azione è di un anno, che decorre dalla data in cui è avvenuta l’occupazione abusiva, oppure dal momento in cui ne siete venuti a conoscenza. In caso di occupazione abusiva, dunque, dopo aver presentato eventuale denuncia-querela all’Autorità giudiziaria, il consiglio è di rivolgersi immediatamente a un legale incaricandolo di avviare un’azione di reintegrazione. L’avvocato provvederà a redigere uno specifico ricorso attraverso il quale adirà il Tribunale chiedendo la reintegra nel possesso della vostra abitazione, con condanna degli occupanti all’immediato rilascio. Se ricorrono i presupposti, il giudice emetterà un’ordinanza di reintegrazione.

Il rilascio dell’abitazione

Seguirà una fase di attuazione del provvedimento, nella quale il giudice adotterà i provvedimenti più opportuni per far liberare l’immobile, ricorrendo, in caso di resistenza degli occupanti, anche all’ausilio della Forza pubblica e al rilascio forzato dell’abitazione.

Cosa fare se è passato più di un anno dall’occupazione? Azione di rivendicazione. L’azione di reintegrazione rappresenta uno strumento rapido ed efficace per ottenere il rilascio dell’immobile occupato abusivamente. Abbiamo anche visto, però, che tale azione può essere avviata soltanto entro l’anno dall’avvenuta occupazione (o dalla sua conoscenza).

Cosa fare, allora, se tale termine è ormai decorso?

Se siete non solo possessori, ma anche proprietari formali di casa, non dovreste avere particolari problemi: sempre in base al Codice civile, sarà per voi possibile esercitare un’altra specifica azione, detta «azione di rivendicazione» (art. 948, c.c.). Anche l’azione di rivendicazione prevede, come primo passo, quello di incaricare un avvocato che si occupi di redigere un atto (questa volta nelle forme dell’atto di citazione) allo scopo di rivendicare, davanti al Tribunale, il vostro diritto di proprietà sull’abitazione occupata abusivamente. Si tratta di un procedimento più lungo e complesso perché richiede la piena dimostrazione del vostro diritto.

Condividi questo articolo
Exit mobile version