Capaccio entra nel consorzio Acquedotti del Calore e Agropoli cede una quota: è polemica

Carmela Di Marco
Raffaele Pesce

L’ingresso di Capaccio Paestum nell’azienda consortile Acquedotti del Calore Lucano cambia la distribuzione delle quote societarie suscitando la polemica politica. Agropoli perde una quota, infatti, passando dal 33% al 32%, in favore della città dei templi, amministrata dall’ex sindaco Franco Alfieri, mentore dell’attuale primo cittadino agropolese Roberto Mutalipassi.

La polemica

La questione è al all’ordine del giorno del consiglio comunale, che si prospetta infuocato con il consigliere di minoranza Raffaele Pesce che si mostra critico con le scelte della maggioranza.

«Nulla contro Capaccio-Paestum, sia chiaro, ma è evidente che siano meramente ordini da eseguire, già in sede di Assemblea dell’Azienda, presieduta, quest’ultima, da un candidato nelle lista del PSI alle ultime amministrative, che riceve una indennità mensile prima abolita.
Mi chiedo se almeno conoscano il Calore e le sue splendide sorgenti»
, dice l’esponente del gruppo Liberi e Forti

Il consiglio comunale di Agropoli si riunirà il prossimo 23 febbraio, convocato per la trattazione di ventisette punti all’ordine del giorno. Tra questi, appunto, quello relativo al consorzio.

Il consorzio Acquedotti del Calore Lucano

L’Azienda Acquedotti del Calore Lucano ha oltre novant’anni. Nacque per alimentare i paesi soci, escluso Capaccio Paestum che ha fonti di approvvigionamento idrico diverse. La società, presieduta da Marco Gatto, ha sede ad Agropoli.

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