Antiche tradizioni cilentane, tutti i riti che ruotavano attorno alla nascita di un bambino, scopriamo quali

Nel corso dei secoli, le pratiche e le credenze legate alla nascita sono state un elemento centrale nelle culture di tutto il mondo

Luisa Monaco

Nel corso dei secoli, le pratiche e le credenze legate alla nascita sono state un elemento centrale nelle culture di tutto il mondo. L’Italia, con la sua ricca storia e tradizione, non fa eccezione. Oggi ci immergiamo nel passato per scoprire alcune delle curiose credenze e pratiche legate al momento tanto atteso della nascita nel Cilento. La nascita di un figlio maschio, che avrebbe ereditato la terra e la casa e avrebbe aiutato nei lavori più duri, era ritenuta una fortuna. La nascita di una figlia femmina veniva accolta con freddezza, perché la preoccupazione maggiore sarebbe stata quella di procurarle la rote, dote, per il futuro matrimonio. I figli maschi venivano sempre trattati meglio delle figlie femmine

Predire il Sesso del Nascituro

Prima dell’era della moderna ecografia, le persone dovevano trovare modi creativi per cercare di predire il sesso del nascituro. Una credenza popolare voleva che bruciando un pezzo di carta, se questo si consumasse completamente, il bambino sarebbe stato una femmina; se invece ne fosse rimasto anche solo un piccolo pezzettino, sarebbe nato un maschio. Un altro metodo diffuso consisteva nel guardare la forma della pancia della futura mamma. Una pancia piatta faceva presagire la nascita di un maschietto, destinato a lavorare nei campi, mentre una pancia più pronunciata indicava la nascita di una bambina, destinata a svolgere lavori domestici come filare.

Calcoli e Nomi

Altri cercavano di predire il sesso del nascituro contando le “R” nei nomi dei genitori e dei mesi in cui cadeva la gravidanza. Se la somma risultante fosse stata un numero pari, si credeva che sarebbe nata una femminuccia; se fosse stata un numero dispari, un maschietto.

Il Parto in Casa

Nel passato, i parti avvenivano quasi sempre in casa. Appena iniziavano le doglie, si chiamava immediatamente la “mammàna,” la levatrice, che avrebbe assistito la donna nel processo. Se la levatrice non fosse arrivata in tempo, la suocera o la madre della partoriente avrebbero dato una mano. Tuttavia, c’era una superstizione secondo cui le ragazze in età da marito non dovevano essere presenti al momento del parto, poiché si riteneva che avrebbero portato cattivi auspici per le maternità future. Si credeva anche che chi si fosse unito alla partoriente avrebbe provato gli stessi dolori.

Se il parto avveniva durante la notte e fosse stato particolarmente difficile, si diceva: “Ha fatta ‘a mala nuttata e ‘a figlia femmena,” a sottolineare la “sfortuna” di non aver dato alla luce un maschio.

Riti Post-Nascita

Dopo la nascita, venivano eseguite alcune pratiche per il neonato. Per evitare il balbettio, a un maschietto veniva passato un dito in bocca per rompere la “liatùra,” la legatura. Se nasceva una femmina, le venivano fatte leggere pressioni sulle guance per mantenerle le fossette, mentre con una leggera pressione sul mento se ne creava un’altra. L’ombelico veniva curato per garantire che non ci fossero escrescenze.

Il Battesimo

Subito dopo la nascita, il bambino veniva battezzato. Si credeva che pronunciare la sacra formula del Battesimo, “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,” appena nato il bambino, avrebbe evitato una morte precoce. Il bimbo veniva poi portato in chiesa dai padrini e madrine, chiamati “cumpàri” e “cummàri.”

Assegnazione dei Nomi

La scelta dei nomi dei bambini seguiva una tradizione ben precisa. Il primo figlio, maschio o femmina, riceveva il nome del nonno paterno o materno. Il secondo figlio maschio o femmina riceveva il nome dei nonni materni, e così via, con i figli successivi che rinominavano i vari zii.

Il Periodo di “Purificazione”

Dopo il parto, la madre entrava in un periodo di “purificazione” che durava 40 giorni. Durante questo periodo, le era proibito uscire di casa o partecipare alle pratiche religiose in quanto il parto, considerato un atto sessuale, era considerato impuro. La sua dieta consisteva principalmente in brodo di gallina e cipolle, accompagnato da bicchieri di vino per garantire che il latte fosse nutriente e abbondante. Se la madre aveva problemi di produzione di latte, il bambino veniva nutrito con latte di asina o acqua di riso.

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