Anniversario della nascita di Costabile Carducci: nacque a Capaccio Paestum, prese parte ai moti del Cilento nel 1848

La figura rivoluzionaria di Costabile Carducci verrà apprezzata pienamente solo dopo la sua morte

Angela Bonora
Costabile Carducci

Il 15 giugno, 219 anni fa, a Capaccio nacque Costabile Carducci, l’uomo che si distinse come leader dei moti del Cilento nel 1848. In quel periodo, la Penisola Italiana era frammentata in diverse entità statali, tra cui il regno delle due Sicilie, che aveva una forte identità e tradizioni molto diverse da quelle del Centro-Nord.

Le differenze tra queste unità statali rendevano difficile la creazione di un’unità “giacobina” alla francese, ma ciò non impediva di sognare e combattere per l’unità dell’Italia. Un episodio che tutti ricordano è la leggendaria spedizione dei mille, in cui i due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, entrarono nel porto di Marsala, Salemi e Calatafimi, fino a quando i garibaldini occuparono Palermo fondendosi con l’insurrezione della città. Successivamente, i garibaldini, dopo una serie di battaglie contro l’esercito borbonico, riuscirono a conquistare l’intero Regno delle Due Sicilie.

Prese parte ai Moti del Cilento

Tuttavia, pochi sanno che gli antecedenti di questa spedizione risiedono nei moti che coinvolsero il Cilento: il primo avvenne nel 1828 e il secondo vent’anni dopo. Nel secondo contesto, una figura di spicco fu Costabile Carducci, sostenitore delle idee carbonare e leader di gruppi rivoluzionari. Le insurrezioni ebbero inizio a Torchiara e si estesero poi a tutto il Cilento.

In quel periodo, Costabile Carducci dimostrò la sua natura di uomo d’azione, sempre in prima linea e convinto che fosse possibile accelerare il processo di maturazione delle masse non solo con le idee, ma soprattutto con l’esempio. Dopo l’ottenimento della Costituzione, Carducci assunse il ruolo di colonnello comandante nella guardia nazionale di Salerno. Tuttavia, quando la monarchia borbonica sciolse il parlamento, Carducci fu costretto a fuggire prima a Roma e poi in Sicilia.

Il suo legame con il Cilento

Il 14 giugno del ’48, insieme a Ferdinando Petruccelli della Gattina e altri rivoluzionari, tentò di organizzare altre sommosse in Calabria, ma l’esercito borbonico represso ogni manifestazione e Carducci cercò rifugio nel Cilento. Durante il tragitto, una tempesta lo costrinse a fermarsi a Maratea e, il 4 luglio, approdò sulla spiaggia del Porticello, presso Acquafredda.

Fu lì che fu raggiunto dal sacerdote Vincenzo Peluso di Sapri, un uomo fidato dei Borboni, che fingendo di essere loro alleato, uccise molti dei suoi compagni e lo fece prigioniero. Successivamente, nello stesso giorno, dopo essere stato esposto al pubblico ludibrio, Carducci fu portato nella pineta di Acquafredda e lì fu ucciso con un colpo di pistola in pieno viso.

La figura rivoluzionaria di Costabile Carducci verrà apprezzata pienamente solo dopo la sua morte, quando si analizzeranno i suoi ideali di libertà che si sono realizzati attraverso la sua azione militante nel Cilento.

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