Agropoli, inchiesta della Finanza: ai domiciliari anche consigliere comunale

In tutta Italia ci sono 279 indagati. Disposto anche il sequestro preventivo di circa 57milioni di euro

Redazione Infocilento
Massimo La Porta

C’è anche il consigliere comunale di Agropoli Massimo La Porta tra i soggetti sottoposti a misura cautelare a seguito dell’attività della Guardia di Finanza di Agropoli. Le fiamme gialle della locale compagnia hanno eseguito un provvedimento emesso dal Gip di Vallo della Lucania Sergio Marotta, contestando a vario titolo reati come associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione di crediti di imposta e autoriciclaggio.

L’attività della Guardia di Finanza

Denunciate complessivamente 279 persone in tutta Italia legate ad imprese che avrebbero effettuato un’indebita compensazione di crediti inesistenti tra il 2020 e il 2021, generando artificialmente crediti di imposta attraverso la falsa attestazione di attività di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Industria 4.0. È quanto si apprende dall’ordinanza del Pm.

Ad Agropoli sono stati coinvolti dei noti imprenditori, professionisti ed un consigliere comunale, Massimo La Porta, da tre giorni agli arresti domiciliari.

Quest’ultimo, stando a quanto appurato dai militari, risulterebbe tra i dipendenti di una delle numerose società coinvolte nell’indagine. Al centro dell’attività investigativa è finito anche Concordio Malandrino, già finito al centro di altre indagini per reati fiscali che al momento dell’operazione dei finanzieri si trovava all’estero.

Le disposizioni della Procura

La Procura della Repubblica di Vallo della Lucania ha disposto pure il sequestro preventivo di circa 57 milioni di euro, corrispondenti all’illecito profitto.

I provvedimenti cautelari personali e reali eseguiti nei giorni scorsi intervengono nell’attuale fase delle indagini preliminari e sono basati su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

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