Agropoli, «Cauceglia vittima di ennesima ingiustizia». Cgil all’attacco

«Sergio Cauceglia non verrà lasciato solo ad affrontare la brutta vicenda che lo riguarda»

Ernesto Rocco
Maurizio Cauceglia

La questione dell’ex comandante della polizia municipale di Agropoli, Sergio Cauceglia (per tutti Maurizio) di recente degradato, sta scuotendo l’opinione pubblica ma anche i sindacati. Ad intervenire sulla vicenda la FP CGIL Salerno.

La nota della CGIL

“Questa segreteria provinciale ha appreso che l’ex comandante della polizia municipale di Agropoli, dr. Sergio Cauceglia, è stato vittima di un’ennesima ingiustizia e macroscopica violazione delle prerogative del lavoratore e dei suoi diritti. Questa segreteria ebbe a censurare la mancata nomina del magg. dr. Sergio Cauceglia al ruolo di vice comandante, in quanto gli fu preferito nel ruolo un altro funzionario direttivo con distintivo di grado di sottotenente. Ritenevamo che ciò costituisse violazione delle norme regolamentari regionali e comunali e, pur tuttavia, a nulla sono valsi i tentativi di fare ritirare l’atto palesemente illegittimo, dovendo assistere il lavoratore in un procedimento giudiziario innanzi al giudice, in composizione di giudice del lavoro, per accertare il grave demansionamento e conseguentemente annullare l’atto di nomina illegittimo.“, fanno sapere dalla CGIL. Ora, però, c’è una novità.

Apprendiamo che, con atto inqualificabile, il funzionario responsabile – comandante della polizia municipale di Agropoli ha proceduto arbitrariamente ad  attribuire un diverso grado distintivo al dr. Cauceglia, degradandolo al grado di capitano e disapplicando illegittimamente, sostituendosi al giudice, l’atto regolamentare vigente nel comune di Agropoli”, aggiungono dal sindacato.

Le richieste

Questa segreteria provinciale stigmatizza il comportamento del funzionario comunale avallato dall’Amministrazione comunale e dal funzionario datore di lavoro ed esprime vicinanza e solidarietà al dr. Sergio Cauceglia, che – assicurano dalla Cgil – non verrà lasciato solo ad affrontare la brutta vicenda che lo riguarda, garantendo fin d’ora assistenza legale e quanto possa essere utile ad affermare i diritti del lavoratore e della persona”.

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