Nel gennaio di 55 anni fa la posa della prima pietra per il porto di Agropoli

Luisa Monaco
Porto di Agropoli

55 anni fa, esattamente il 10 gennaio del 1969, Agropoli si preparava a vivere uno dei momenti più significativi della sua storia: la cerimonia di posa della prima pietra del porto turistico. In questo evento di rilevanza nazionale, la presenza di importanti figure politiche, tra cui il primo cittadino Gaetana Troisi, il ministro all’istruzione Fiorentino Sullo, il senatore del PRI Biagio Pinto e Nicola Carola, segretario della locale sezione della DC, testimoniava l’importanza attribuita al nuovo porto per lo sviluppo della cittadina cilentana.

L’opera: i dettagli

La spesa iniziale prevista per la costruzione dell’infrastruttura, preventivata nel 1964, ammontava a due miliardi e quattrocento milioni di lire. Tuttavia, il comune dovette sborsare ulteriori duecentocinquantamila lire per completare la realizzazione, escludendo i pontili. Le opere furono suddivise in otto lotti, il primo dei quali fu realizzato durante l’amministrazione Troisi, mentre gli altri vennero portati a termine sotto la guida della successiva amministrazione Maurano.

Il porto di Agropoli

Nato inizialmente come struttura di quarta classe con finalità turistiche e spazi dedicati alle piccole unità di pesca, il porto di Agropoli ha subito notevoli ampliamenti nel corso degli anni. Oltre ai moli di sottoflutto e di sopraflutto, sono stati installati pontili galleggianti o in cemento per garantire maggiore efficienza e capacità. Dal 1991, l’ufficio circondariale marittimo è operativo, contribuendo al consolidamento delle attività portuali.

La 1^ costruzione

Prima della costruzione del porto, l’area, conosciuta come Salecaro, era già utilizzata come piccolo porticciolo dai pescatori. Inserita in un paesaggio selvaggio e incontaminato, l’area rappresentava un angolo suggestivo della città. Tuttavia, con la realizzazione del porto, quintali di cemento hanno coperto scogliere e insenature naturali, cancellando un pezzo di natura in nome del progresso e dello sviluppo economico. Un cambiamento che, nonostante le sue implicazioni positive, ha inevitabilmente modificato l’aspetto originario di questo affascinante angolo di Agropoli.

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