Cenone di Capodanno, secondo un monitoraggio sarà il più costoso di sempre: meno pesce e champagne e più convivialità

Zampone, lenticchie e cotechino al primo posto della tradizione assieme alla frutta secca

Redazione Infocilento

La fine dell’anno si avvicina e siamo tutti pronti a vivere la magia del cenone di San Silvestro…o quasi. Quest’anno, secondo un monitoraggio effettuato tra commercianti e semplici cittadini, è emerso che questo sarà il Capodanno più costoso di sempre.

Prezzi in aumento e cenoni più semplici per fronteggiare la crisi

Si torna a festeggiare con uno spirito diverso rispetto agli ultimi due anni a causa delle restrizioni Covid, ma nel frattempo bisogna far fronte agli aumenti dei prezzi, al caro vita che condiziona tutte le famiglie italiane, limitando, di fatto, quelle che prima erano delle tradizioni radicate nel tempo delle famiglie soprattutto al sud Italia.

Per l’ANSA, sarà un Capodanno inevitabilmente più costoso, con l’inflazione alimentare che, nonostante gli sforzi e le offerte della grande distribuzione, supera oramai il 15% (per i discount raggiunge il 21%). Un inevitabile incremento di budget che gli italiani affrontano con acquisti più contenuti nelle quantità e con prodotti più sobri nel costo, senza rinunciare alla qualità.

Ecco cosa non può mancare sulle tavole degli italiani la notte di San Silvestro

Nonostante la crisi però, la voglia di tornare a cena fuori avrà la meglio e quindi a San Silvestro meno aragoste in casa e più cene al ristorante o in vacanza, magari scegliendo in anticipo, alla ricerca dell’offerta migliore. Parliamo poi di tavole più conviviali, con un numero maggiore di persone riunite rispetto agli anni passati.

Zampone, lenticchie e cotechino restano elementi imprescindibili della tradizione insieme alla frutta secca, il tutto il più possibile da filiera italiana o premiando le produzioni locali. Aumenteranno ancora le bollicine (italiane) anche nei brindisi di San Silvestro 2023, mentre l’esoticità della tavola viene affidata quest’anno soprattutto ai datteri a cui si affiancano più spesso i mandarini piuttosto che l’ananas.

Per chi sceglie di rimanere in casa, risparmio, prodotti italiani e della tradizione locale i mantra che guidano i menù. Un numero minore di portate, piatti più parchi e una predominanza della carne sul pesce, soprattutto sul pesce più costoso come aragoste ed astice.

Meno preparati ma più prodotti di base, ingredienti di partenza per le preparazioni domestiche, mettendo a frutto le abilità acquisite durante i mesi del lockdown negli anni passati.

Condividi questo articolo
Exit mobile version