Vallo della Lucania: dimenticò relazione: consulente condannato

L'uomo omise di consegnare gli atti al giudice nei tempi stabiliti. Condannato a quattro mesi di reclusione con i benefici previsti dalla legge

Maria Emilia Cobucci
Il Tribunale di Vallo della Lucania

Ctu condannato, dimenticò la relazione. Era stato nominato consulente tecnico in un procedimento civile dinanzi al Tribunale, ma omise di consegnare la relazione al giudice nei tempi stabiliti. Neppure dopo gli inviti a adempiere inviati dalla stessa autorità giudiziaria. A distanza di anni, i fatti sono del 2012, un professionista vallese è stato condannato a quattro mesi di reclusione con i benefici previsti dalla legge.

Ctu condannato: la vicenda

L’uomo è stato condannato in via definitiva per il reato di rifiuti di atti d’ufficio. Reato commesso nelle vesti di pubblico ufficiale, avendo ricevuto mandato proprio dall’ufficio giudiziario.

Il procedimento penale contro il professionista vallese è stato piuttosto lungo. Circa otto anni di processi attraverso i tre gradi di giudizio. La sentenza definitiva è stata emessa dai giudici della Cassazione (Sesta sezione penale, presidente Anna Criscuolo) è stata emessa lo scorso mese di luglio. Ma solo in questi giorni sono state pubblicate le motivazioni che hanno decretato la colpevolezza dell’imputato.

La decisione dei giudici

Il ricorso del professionista, un cinquantenne cilentano, è stato ritenuto “infondato nel suo complesso”. Respinti, pertanto, i sei motivi addotti dalla difesa dell’uomo. A nulla è valsa la ricostruzione delle notifiche fatte dal Tribunale per gli inviti e i solleciti a partire dal mese di aprile del 2013 e conclusi l’anno successivo, a settembre, dopo quattro tentativi andati a vuoto.

Secondo la difesa dell’imputato, alcuni dei tentativi avevano carattere di invio e non di diffida ad adempiere. Una delle notifiche, inoltre, sarebbe stata fatta alla madre non convivente. Pertanto, ad avviso del ricorrente, non titolata a ricevere la notifica.

Lo stesso professionista in uno dei sei motivi “accusa” il Tribunale di non aver provveduto nei tempi alla revoca dell’incarico. Il processo che si è basato molto su tecnicismi e cavilli, non ha portato all’esito sperato dal professionista che, al contrario, è stato ritenuto colpevole del reato di reato di rifiuto di atti d’ufficio e di non aver consegnato gli atti ricevuti dal Tribunale per l’incarico mai espletato.

La sentenza adesso è definitiva. Quattro mesi con la condizionale. Quel procedimento civile, ad avviso dei giudici, fu rallentato proprio dai ritardi del consulente tecnico d’ufficio.

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