«Se il pane è capovolto piange Gesù». Qual è l’origine di questa tradizione?

Fiorenza Di Palma
Pane capovolto

Ti è mai capitato di appoggiare il pane capovolto sulla tavola e di essere richiamato da tua madre o da tua nonna? Ebbene si: il pane non va mai posizionato capovolto, sulla tavola o su qualsiasi altro ripiano. È una rigida regola che ci tramanda la tradizione. Qualche anziana è ancora solita richiamare con veemenza i nipoti che non posizionano il pane nel verso giusto dicendo: «se metti il pane capovolto piange Gesù!». Quante volte lo avete sentito dire?

Ma vi siete mai chiesti il perché? Da cosa deriva questa tradizione? E perché le nostre nonne o le nostre mamme ci tenevano tanto affinché il pane fosse sulla tavola nel modo giusto? Ora proviamo a spiegarlo.

Perché non bisogna mettere il pane capovolto a tavola

Il pane non va mai messo capovolto a tavola. È una regola aurea. Farlo porta sventura ed è segno di disprezzo. Una mancanza di rispetto verso gli altri commensali ai quali non si può neanche porgere il pane in sottosopra.

Se sapere questo non ti basta cerchiamo di approfondire le radici questa tradizione. Perché il pane non va mai capovolto?

I motivi religiosi

La risposta non è una soltanto, ma ce ne sono due: una si ricollega alla religione, l’altra alla storia.

La prima è di più facile spiegazione. Il pane, infatti, nella tradizione cattolica rappresenta il corpo di Cristo e Gesù non può assolutamente essere offerto capovolto. Di qui la frase “piange Gesù”.

Pane capovolto: le ragioni storiche

Più complesse le ragioni storiche che si ricollegano a questa tradizione. Bisogna tornare alla Francia Medievale e al “codice segreto dei fornai” per dare una spiegazione.

La tradizione che ha maggior fascino è quella del cosiddetto “Pane del boia”. La storia risale alla metà del ‘400, ai tempi di Carlo XII un re che attuò una politica dura. Molti reati venivano puniti con la pena di morte. Era dunque necessario reclutare dei boia, persone che non avessero timore di far fuori un condannato e che sapessero utilizzare un’ascia. La professione dei boia, però, non era molto apprezzata dai parigini. L’odio nei loro confronti veniva dimostrato dai fornai dando loro pane di bassa qualità. Carlo XII, allora, per evitare che i boia subissero queste angherie emanò un decreto: i fornai che non volevano avere i boia come clienti sarebbero a loro volta diventati clienti del boia. Dura lex sed lex. La risposta dei panettieri fu altamente simbolica. In segno di protesta porgevano ai boia del pane capovolto. Insomma la legge non risolse il problema dello scarso feeling con i cittadini tanto che per risolvere il problema i boia iniziarono a lavorare incappucciati affinché nessuno potesse riconoscerli.

La storia del pane

La nostra storia, fin dal momento in cui l’uomo scoprì la levitazione, si è intrecciata con il pane. Si pensi all’insurrezione francese e al periodo di Maria Antonietta (celebre la frase «se non hanno più pane che mangino brioche»).
Più di recente ricordiamo la Primavera Araba, una serie di proteste che interessarano Africa e Medio Oriente nel 2010. Tra le cause scatenanti anche l’aumento del prezzo del pane.

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