Annunci e colloqui di lavoro senza conoscere la retribuzione: come avere questa informazione oggi?

Redazione Infocilento
Crescono gli investimenti nel digitale_ le nuove opportunità di lavoro (1)

In media, solo un’azienda su dieci indica nell’annuncio di lavoro il livello del salario: è quanto emerge da una recente indagine sul mercato del lavoro in Italia. Se in altri paesi, in primis USA, prende sempre più piede invece comunicare già nell’annuncio la retribuzione, in Italia ci sono ancora moltissime resistenze. Significa che chi è alla ricerca di lavoro, va a un colloquio praticamente al buio e ne uscirà tale perché non si può permettere di chiedere quando si prende al mese.

Un’informazione essenziale per chi cerca lavoro

Con i costi energetici galoppanti e inflazione ai massimi storici, è normale che chi cerca lavoro si interroghi su quale possa esser la retribuzione. Avere un’idea chiara di quanto si può guadagnare, secondo gli intervistati, è un’informazione indispensabile quando si cerca un lavoro e si va a un colloquio ma raramente c’è trasparenza da parte dell’azienda. Ancora oggi parlare di trattamento economico a un colloquio di lavoro è un vero e proprio tabù, tanto che il curriculum va a finire diretto nel cestino. Il candidato che osa chiedere dettagli in merito alla retribuzione è ritenuto presuntuoso, venale e poco interessato al lavoro in sé. Per sapere qualcosa di più dell’impresa non resta che fare un giro sui protalli che raccolgono le recensioni dei lavoratori come GoWork. Qui gli impiegati possono lasciare dei commenti e recensire il loro datore di lavoro anche in forma anonima, aiutando chi è alla ricerca di un’occupazione e non solo.

Perché le aziende non comunicano il salario

Non è solo una questione tabù, ma una mossa tattica da parte dell’impresa che può giocare sul trattamento economico in un secondo momento in base a chi si ritrova davanti. In un paese dove il tasso di disoccupazione è nettamente superiore alla media europea, sono le imprese ad avere il coltello dalla parte del manico. Chi assume può infatti arbitrariamente mettere in atto diversi stratagemmi per abbassare il costo del lavoro, sempre nei limiti del contratto nazionale del settore.

Non è così in altri Paesi come gli Stati Uniti dove in tutti gli annunci viene inserita anche l’indicazione in merito alla paga. Sebbene in alcuni stati sia obbligatorio per legge, anche dove non lo è, moltissime grandi aziende per correttezza lo indicano ugualmente. In Italia è tutt’altra storia: chi cerca lavoro su LinkedIn non vede l’ombra di retribuzioni. Non va meglio su Indeed dove solo il 10% ha tale indicazione. La situazione è similare in paesi come Germania e Francia. Solo il Regno Unito fa meglio dove la percentuale sale al 50% degli annunci di lavoro dove si specifica il salario.

Le ragioni di tale omissione sono tante, a iniziare dalla poca trasparenza cui aggiungere la volontà di tirare il più possibile sul prezzo. Tuttavia, questa strategia allunga i tempi per trovare la persona giusta perché c’è chi si candida per impieghi senza esser qualificato o che sottostimano le ambizioni personali. Le differenze però riguardano anche proprio com’è strutturato il mercato del lavoro in Italia rispetto agli USA.

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