Natale: il biancospino, una pianta portafortuna che non può mancare in casa

Luisa Monaco
Biancospino pianta di Natale

Durante le festività di Natale ci sono una serie di simboli che solitamente adornano le nostre case perché considerati di buon auspicio. In particolare alcune piante, considerate portafortuna. Tra queste c’è biancospino.

Simboli portafortuna per Natale: il biancospino. Ecco come riconoscerlo

Passeggiando nelle campagne è facile incappare in questo arbusto, molto ramificato che può raggiungere anche i sei metri di altezza. Fate attenzione nel coglierlo poiché i rametti più giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base.

I fiori sono raggruppati in corimbi, ognuno dei quali ne contiene una decina. Il frutto, invece, è rappresentato dalle tipiche bacche ovali di colore rosso, all’interno hanno un nocciolo che contiene il seme.

La fioritura avviene in primavera, tra aprile e maggio. Tra novembre e dicembre, quindi in occasione delle festività di Natale, il biancospino produce le bacche. I frutti sono commestibili ma solitamente non si mangiano freschi. Piuttosto è possibile utilizzarli per confetture, sciroppi o gelatine.

Le nostre nonne utilizzavano il biancospino anche per curare alcuni malanni e come erba medicinale. Il motivo? Ha qualità cardiotoniche, ipotensive e ricostituenti.

Il simbolo portafortuna

Ma perché il biancospino è considerato una pianta di Natale?

In realtà le sue origini portafortuna risalgono all’epoca romana. Questo popolo lo utilizzava contro il malocchio, simbolo di fortuna, prosperità e speranza. Ecco perché in passato si era soliti utilizzare il biancospino per addobbare le culle.

Questa tradizione si è tramandata fino ad oggi con il biancospino divenuta pianta dall’alto valore simbolico anche per il cristianesimo e quindi per il Natale, uno dei periodi dell’anno più importante per i cattolici. Considera, infatti, che con il suo ciclo vitale segna le tappe più importanti dell’anno liturgico cristiano: fiorisce a Pasqua e germoglia nel periodo natalizio. Dall’antica Roma ad oggi, quindi, questa pianta ha mantenuto le sue virtù, tanto da essere considerata ancora oggi di buon auspicio.

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