Dopo l’emergenza sanitaria anche la Chiesa torna alla normalità: ecco cosa cambia

Fiorenza Di Palma
Acquasantiera

L’emergenza sanitaria ha cambiato tante abitudini nella vita di tutti i giorni e le regole nei posti che quotidianamente frequentiamo, come uffici, locali e anche luoghi di culto. Proprio questi ultimi si preparano a tornare alla normalità.

Le restrizioni per i fedeli

Correva l’anno 2020, infatti, quando i vescovi annunciavano lo stop ad alcuni rituali che ripetevamo durante le celebrazioni religiose. Stop all’utilizzo delle acquasantiere mentre la stretta di mano, segno di pace, veniva sostituita da un cenno della testa. Ad essere cambiate anche le modalità per ricevere la comunione.

Era il 3 marzo 2020 quando i vescovi Ciro Miniero e Antonio De Luca, rispettivamente a capo delle Diocesi di Vallo della Lucania e Teggiano – Policatro, annunciarono le decisioni prese dalla Cei. Le comunità hanno dovuto rinunciare anche ai riti della Settimana Santa e alle tradizionali processioni in onore dei patroni. Nel Cilento, ad esempio, per due anni e fino ai mesi scorsi, sono venute meno le congreghe nel venerdì di Pasqua e le feste patronali che abbiamo rivisto solo da questa primavera.

La Chiesa torna alla normalità: le novità

Dopo quasi tre anni, però, anche la Chiesa torna alla normalità. La Comunità Episcopale Italiana
ha confermato, ad esempio, il ritorno del segno di pace e dell’acquasantiera.

Comunque restano alcune raccomandazioni, alcune delle quali scontate: chi è in isolamento a causa del covid non può partecipare alle celebrazioni; inoltre è raccomandato che anche chi ha sintomi influenzali si astenga dai riti religiosi. Altra raccomandazione l’uso della mascherina e l’igienizzazione delle mani, anche per quanti devono consegnare la comunione.

«Nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti», fanno sapere ancora i vescovi.

«Tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari». Così conclude la lettera che fa tornare la chiesa alla fase pre pandemia.

Condividi questo articolo
Exit mobile version