Cilento, Forum dei Giovani uniti in ricordo delle stragi mafiose del 1992. Ecco gli appuntamenti in programma

Redazione Infocilento
Strage di Capaci 1992

Il Forum dei giovani del Comune di Rutino, in sinergia con il Presidio di Libera con sede ad Agropoli «Marco Pittoni», con il patrocinio del Comune di Giungano e in collaborazione con il Coordinamento Provinciale dei Forum dei giovani della Provincia di Salerno, organizzano un doppio evento in ricordo delle stragi mafiose del 1992.

Primo appuntamento giovedì 1° dicembre a Giungano

L’appuntamento è per giovedì 1° dicembre a Giungano alle ore 18:30, nell’aula consiliare «G. Di Marco». Nel corso del primo appuntamento, interverrà Giuseppe Borrelli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania e Riccardo Christian Falcone, Responsabile regionale per i beni confiscati di Libera Campania.

Durante l’incontro si parlerà di mafie nel Cilento, come si infiltrano e come si sono evolute negli ultimi anni, a partire dall’ultima relazione semestrale della Dia.

Appuntamento a Rutino mercoledì 14 dicembre

L’altro appuntamento è in programma per mercoledì 14 dicembre a Rutino, alle 18:30, presso il centro socio-assistenziale «Don A. Magliacane». Interverrà il Prof. Marcello Ravveduto, Docente di Digital Public History Unisa e Unimore, componente del Comitato scientifico della rivista «Narcomafie».

Si parlerà delle stragi del 1992 da punto di vista storico e come si è giunti a quegli avvenimenti che hanno, inevitabilmente, cambiato il corso della storia di tutti noi.

Le stragi del 199-1993

La locuzione bombe del 1992-1993 indica un periodo della storia della Repubblica Italiana caratterizzato da una serie di attentati con ordigni da parte dell’organizzazione criminale siciliana di tipo mafioso Cosa Nostra, realizzati in Italia durante i primi anni novanta del XX secolo, precisamente tra il 1992 ed il 1993.

Ciò che contraddistinse il periodo fu la natura particolarmente violenta delle azioni, per le quali furono utilizzate anche autobombe.

Vennero attaccati membri delle forze di polizia italiane, della magistratura italiana (Falcone e Borsellino) e uomini politici (Salvo Lima), ma anche il patrimonio culturale italiano ed anche personalità non coinvolte direttamente nel contrasto alla mafia, come il giornalista Maurizio Costanzo, e anche diversi cittadini italiani, con l’obiettivo di indebolire, colpire e ricattare lo Stato ed influenzare il governo e la società civile, al fine di creare le condizioni per realizzare una trattativa Stato-mafia.

La sfida diretta da parte della mafia provocò tuttavia una reazione pesante da parte dello Stato, che inviò l’esercito in Sicilia in supporto alle forze dell’ordine, e in ultimo portò alla decapitazione di Cosa Nostra.

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