La Chiesa celebra San Daniele Fasanella, storico l’incontro con San Francesco ad Agropoli

Ernesto Apicella
San Daniele Fasanella

Oggi, 10 ottobre, la Chiesa celebra la Solennità di San Daniele Fasanella e i Martiri dei Ceuta. Storico il suo incontro avvenuto ad Agropoli nel 1219 con San Francesco d’Assisi.

San Daniele Fasanella, la sua vita

San Daniele Fasanella nacque nel 1200 a Belvedere Marittimo (CS), da un’antica e nobile famiglia di origine longobarda che, secondo il Tutini ed altri storici, discendeva dalla dinastia dei Principi di Salerno e che, nella seconda metà dell’anno mille, ebbe la signoria di Fasanella, da cui prese il nome. Non ci sono notizie certe sui primi anni di vita di San Daniele Fasanella.

L’incontro di San Daniele con San Francesco d’Assisi ad Agropoli

Dalla Lettera di un anonimo frate calabrese del 1228/9, di cui ho ampiamente scritto nell’articolo: Anno Domini 1219, San Daniele Fasanella incontra San Francesco d’Assisi ad Agropoli, apprendiamo che San Daniele Fasanella si incontrò ad Agropoli nel 1219 con San Francesco d’Assisi.

San Daniele Fasanella già prete e ascoltandolo ad Agropoli, fu colpito dalla sua parola, per cui decise di entrare nel suo Ordine.

Infatti, San Daniele Fasanella racconta di come la sua vita fosse cambiata totalmente, dopo l’incontro con San Francesco d’Assisi ad Agropoli:

« (…) Poi fu mandato da lui (da San Francesco) presso fra Pietro da S.Andrea della Marca, che allora era Ministro della nostra Provincia, il quale lo mandò a seminare la parola di Dio e a fondare luoghi, e gli comandò di rimanere a Corigliano insieme a fra Ambrogio Pirronio da Corigliano e a fra Arisio Curto da Rossano, novizi ammessi all’abito dallo stesso fra Pietro.

Fra Daniele, cinque anni dopo il suo noviziato, da fra Bernardino Puglisio da Castrovillari fu mandato a fondare il luogo di S. Maria del Soccorso in un posto deserto e fuori mano, dove dimorò per due anni. Quindi fu eletto ministro Provinciale nel mese di…del 1226 e venne qui nel Dicembre dello stesso anno (…)».

San Daniele Fasanella ed i suoi sei compagni, dopo aver ottenuto il permesso dal Vicario Generale dei Frati Minori, si imbarcarono da Livorno alla volta della Spagna per raggiungere Ceuta, fondaco cristiano nel Marocco Musulmano.

Ecco un’altra testimonianza

In un’altra lettera inserita nella “Passio sanctorum fratrum” e riportata dalla “Chronica XXIV generalium”, San Daniele Fasanella, dal carcere di Ceuta, qualche giorno prima di morire, espose gli avvenimenti che lo avevano visto coinvolto insieme ai suoi compagni. La lettera fu indirizzata a Ugo di Genova (il più anziano fra i sacerdoti residenti nel fondaco di Ceuta) e ad altri due frati (un domenicano ed un francescano) che lì si trovavano temporaneamente.

Nella lettera San Daniele Fasanella scriveva: «Nei primi mesi del 1227, con i miei compagni Samuele, Angelo, Domno (o Donulo) di Montalcino, Leone, Niccolò di Sassoferrato e Ugolino abbiamo fatto vela dalla Toscana, per recarci nel Marocco a convertire gli infedeli.

La sua breve permanenza in Spagna

Dopo una breve permanenza in terra di Spagna, ci siamo trasferiti a Ceuta nel Marocco. Violando il divieto delle autorità locali, che ci avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana, nell’ottobre 1227 abbiamo iniziato la predicazione in mezzo ai musulmani.

Le autorità locali ci hanno arrestato ed imprigionato. Siamo stati sottoposti a vari interrogatori ed invitati ad abbracciare l’Islam. Di fronte al nostro deciso diniego, siamo stati condannati a morte tramite decapitazione».

Questo è il sunto della testimonianza epistolare del Santo, sulla sua tragica missione in Marocco. La tradizione narra che la sentenza fu eseguita a Ceuta il 10 ottobre 1227 ed i corpi dei frati furono dilaniati e dispersi.

Tuttavia, dei mercanti cristiani occidentali recuperarono parte dei miseri resti e li seppellirono nei sobborghi di Ceuta. Frammenti delle ossa di San Daniele furono portati in Calabria nel 1481 dal Cardinale Giovanni d’Aragona, figlio di Alfonso Re di Napoli.

Nel centro storico di Belvedere, sono conservate le reliquie di San Daniele Fasanella

Tuttora, sono conservati in un reliquiario esposto alla venerazione dei fedeli nella cappella, che è ritenuta la casa natale di San Daniele Fasanella, nel centro storico di Belvedere. Nel 1612 giunsero a Belvedere, mandati dalla città di Paola, «(…) la statua e reliquia del Santo Martire e due altre Reliquie e Statue di due altri Santi (…)».

Altre reliquie sono conservate nella cattedrale di Ceuta, ma i corpi dei sette Martiri non sono stati più ritrovati.

Leone X, con decreto del 22 gennaio 1516, permise la venerazione (10 Ottobre) di Daniele Fasanella e dei suoi compagni: Santi Martiri di Ceuta.

San Daniele Fasanella da Belvedere è Patrono di Belvedere Marittimo (CS), Orani (NU) e Ceuta (Spagna), luogo del suo martirio.

Il Culto di S. Daniele Fasanella è diffuso anche in Sardegna. Infatti è venerato a: Gonnoscodina (Oristano), Asuni (Oristano), Villaurbana (Oristano), Busachi (Oristano), Lanusei (Nuoro), Ozieri (Sassari).

In un convento dei frati minori di Cagliari è conservata una statua ed un quadro raffigurante il Santo.

San Daniele Fasanella

Ecco alcune testimonianze storiche

Le ultime testimonianze storiche sull’incontro di Agropoli avvenuto nel dicembre del 1219, tra S. Francesco d’Assisi e S. Daniele Fasanella da Belvedere, ci giungono dalla spagnola Ceuta, città nella quale il Santo e i suoi compagni furono martirizzati dai Mussulmani.

Ceuta (Nome Spagnolo: Ciudad Autónoma de Ceuta ) è un’enclave autonoma cristiana di 85.000 abitanti circa, all’interno del Marocco mussulmano, con una superficie di 18,5 km. Si affaccia sul Mar Mediterraneo vicino allo stretto di Gibilterra, a 70 km a est di Tangeri.

È il luogo dove San Daniele Fasanella e i sei francescani, Samuele, Angelo, Domno (o Domulo o Donulo) da Montalcino, Leone, Nicola da Sassoferrato e Ugolino, il 10 ottobre del 1227, furono decapitati dai mussulmani. San Daniele Fasanella ed i sei francescani sono i Santi Patroni di Ceuta.

Tra i vari articoli e video trovati ho scelto due nuove testimonianze:

La prima testimonianza proviene dalla “Venerable Cofradía de San Daniel y Compañeros Mártires, Patronos de Ceuta”(Venerabile Fratellanza di San Daniele e Compagni Martiri, Patroni di Ceuta).

Dalle ricerche storiche effettuate a Ceuta dai devoti Don Matheus Gomes, Don Francisco de los Mártires e Manual Bocarro Fagundes (Cappellano di Sua Maestà), che si presero cura della Cappella e della sua immagine, risultò che San Daniele aveva una Confraternita.

Questa fu rifondata ufficialmente nel 1980 ed attualmente opera a Ceuta per la valorizzazione della figura del Santo.

Dal sito della Confratellita, tra le righe della storia di San Daniele Fasanella, leggiamo: « (…)Recibió el hábito seráfico en Agrópolis durante el mes de diciembre del año 1219 de manos del padre Francisco de Moriconi de Asís, fundador de la orden(…)». (…)

Ha ricevuto l’abito serafico ad Agropoli durante il mese di dicembre dell’anno 1219 dalle mani di padre Francesco de’ Moriconi di Assisi, fondatore dell’ordine…).

Inoltre la Confraternita ha realizzato, in occasione della festa patronale del 2010, un Video illustrativo sulla storia di San Daniele dal titolo «San Daniel, tres continentes, una sola Fe» (San Daniele, tre continenti, una sola fede).

Dal minuto 3.40 al minuto 7.00 il video parla dell’incontro del Santo ad Agropoli con San Francesco d’Assisi.

La seconda testimonianza ce la fornisce «El Centinela de Ceuta» (La sentinella di Ceuta), un giornale web di Ceuta.

In un articolo dal titolo: «San Daniel y Compagneros Martires, Santos Patronos de Ceuta. (San Daniele e Compagni, Santi Patroni di Ceuta)», è testimoniato l’incontro tra San Francesco d’Assisi e San Daniele Fasanella ad Agropoli: «San Daniel era sacerdote secular, cuando hizo oidos a las maravillas que realizaba el patriarca San Francisco, quiso conocer en persona a tan milagroso Santo. Visitándole en Agrópolis recibio de sus manos el seráfico hábito en diciembre de 1219.

Poco después pasó a Calabria donde San Francisco le encomendó la tarea de convertirse en ministro provincial». (San Daniele era un sacerdote secolare, quando ascoltava le meraviglie del patriarca San Francesco e voleva incontrare personalmente un tale santo miracoloso.

Incontrandolo ad Agropoli, ricevette dalle sue mani l’abito serafico nel dicembre del 1219. Poco dopo andò in Calabria, dove San Francesco gli affidò l’incarico di diventare ministro provinciale)

Testimonianze storiche italiane

—Lettera di un anonimo frate calabrese, di cui ho già ampiamente scritto.

Il documento storico pubblicato, nei secoli successivi, da vari autori tra i quali:

–C. Nocito “Notizie biografiche di S Daniele

Belvedere Marittimo, Cosenza 1927;

-F. Guagnano Memorie della Calabria Francescana (1928);

-P. Coco: Saggio di storia francescana in Calabria Taranto 1931;

-Treccani, Enciclopedia Italiana: (…) La lettera di un anonimo francescano calabrese, redatta probabilmente nel secolo XVII.

In essa si sostiene l’origine calabrese di tutti e sette i martiri, dei quali vengono forniti dati sui luoghi di nascita, le casate di appartenenza ed altri particolari.

Per il resto dipende dal Breviarium. Sembra che esistessero varie copie manoscritte di tale lettera, edita oggi dal Nocito e dal Coco.

Quest’ultima è l’unica fonte che fornisca notizie sulla vita di S. Daniele precedenti il suo viaggio in Marocco. A sua detta S. Daniele era già prete quando nel 1219 ebbe modo di ascoltare ad Agropoli, S. Francesco.

 

 

Condividi questo articolo
Exit mobile version