“Noi siamo la montagna”: tornano i laboratori a Novi Velia

Nello Amato
Novi Velia

A Novi Velia, alle pendici del Monte Gelbison, ritorna la catena di laboratori dal titolo generico “Noi siamo la montagna”, ideati e curati dalla dott.ssa Laura Cuozzo in collaborazione con il parroco, don Aniello Panzariello – da sempre vivace fautore di iniziative giovanili – e dal presidente della Pro Loco novese Maurizio Musto.

Al via i laboratori “Noi siamo la montagna” a Novi Velia

L’evento in programma per il 22 settembre, intitolato “Cibarsi e nutrirsi con le piante”, è il terzo dei sei laboratori che sono alla base del festival culturale di Novi Velia, il quale si basa sulla necessità di trasmettere ai giovani l’amore per la natura (il Creato, in senso cristiano).

Esso, nello specifico, si svolgerà presso l’ex chiesa di San Giorgio, vicino alla torre normanna, ed è su base gastronomica. Lo scopo non è quello di degustare prodotti della tradizione quasi scomparsi, ma di enfatizzare il ritorno all’uso alimentare dell’alimurgia (cibarsi delle piante selvatiche anche a scopo terapeutico) e alla povertà in termini di grasso delle piante più ricche di principi mineralizzanti e vitaminici sotto forma di decotti, melasse, tisane, mieli crudaioli, sciroppi di bacche, liquori, sprizzantini e altro. Saranno presentati per l’occorrenza dei dolcetti composti da fichi e noci, battezzati “strafighi”.

Il programma

Gli ospiti della serata, che inizierà alle 18, saranno agronomi, erboristi e nutrizionisti, fra cui Alessandro Di Polito, per dare maggiore cognizione del futuro della sostenibilità delle pratiche alimentari nel Cilento, patria della dieta mediterranea.

L’edizione scorsa di “Noi siamo la montagna” è avvenuta fra agosto e settembre 2021 presso uno chalet privato sul monte Gelbison e ha prediletto la primavera e l’estate, il tripudio della vitalità della terra.

Quest’anno, invece, lo scenario si è esteso al borgo di Novi, sede storica della Baronia più importante del Cilento interno, tra le piazze, i vicoli, il palazzo vescovile e il convento dei celestini. Il file rouge delle due edizioni è il riferimento allo spirito cosmologico dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e i programmi della sostenibilità ambientale previsti dall’agenda ONU 2030.

Lo spirito cristiano, in particolare, pone al centro l’uomo come custode della Terra, per cui “tornare alla montagna”, incontrarsi in un luogo tacito ed incontaminato, vuol dire dare risalto alle possibilità di riflessione ecologica e ai risvolti interiori che la montagna – in questo caso, il Sacro Monte – può offrire.

Si tratta di un incontro con sé stessi, uno strappo dai cieli della quotidianità, imbrattati dallo stress consumistico. In ultima analisi, infatti, “Noi siamo la montagna” è un format che implica la necessità di non dimenticare la vera essenza dell’uomo, quella che lo identifica con gli elementi naturali del pianeta, in un’era, quella dei consumi sfrenati e del crollo energetico, che lo vuole ridurre a misero utente economico, a semplice visitatore turistico degli ambienti montani.

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