Sito archeologico di Monte Pruno: Roscigno prepara un progetto da 10milioni

Roberta Foccillo
Il sito di Monte Pruno

Il Comune di Roscigno investe ancora su Monte Pruno. L’Ente retto dal sindaco Pino Palmieri, è risultato beneficiario di circa 14mila euro nell’ambito del riparto del Fondo per la progettazione territoriale. Le risorse possono essere utilizzate per promuovere bandi per concorsi di idee o di progettazione rivolti a professionisti o istituire un parco progetti.

Il progetto per il sito archeologico di Monte Pruno

Nel caso del comune alburnino, si intende intervenire nell’ambito dello sviluppo paesaggistico e turistico del sito archeologico di Monte Pruno, per un importo complessivo stimato in circa 10 milioni di euro. Pertanto l’esecutivo ha affidato agli uffici il compito di avviare l’iter progettuale al fine di candidare poi le opere a finanziamento nell’ambito delle risorse Pnrr.

I fondi

Il decreto con il quale è effettuata la ripartizione del Fondo per la progettazione territoriale è finalizzato al rilancio e all’accelerazione delle progettazioni nei piccoli Comuni, Province e Città metropolitane delle regioni del Sud, nonché nei centri delle aree interne.

La scelta di investire sul sito di Monte Pruno non è casuale. Da tempo l’amministrazione Palmieri sta puntando al suo rilancio.

Il sito di Monte Pruno

L’area di Monte Pruno, infatti, sotto il profilo storico è di grande rilievo. Nei primi anni del 1900 furono già individuati diversi reperti e nel 1938 anche una tomba principesca con un ricco corredo sepolcrale, conservato presso il museo Provinciale di Salerno.

Ulteriori ricerche hanno visto protagonista il sito negli anni ’80, nell’ambito di un programma di studio dell’Università di Napoli. Più di recente, su sollecitazione dell’amministrazione comunale sono state eseguite nuove attività sul territorio, in collaborazione con la Cattedra di Archeologia della Magna Grecia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che hanno documentato un’occupazione del sito da parte di genti indigene dall’VIII alla fine del V secolo avanti Cristo, quando, con l’arrivo dei Lucani, si realizzò un processo di rifunzionalizzazione e di monumentalizzazione di tutta l’area di Monte Pruno.

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