Agropoli piange Mafalda Di Luccio: un’istituzione della città

Giovanni Landi

Agropoli piange Mafalda Di Luccio, titolare dello storico alimentare di via Giuseppe Mazzini, una piccola istituzione della città.
Docile e gentile, gestiva il locale ereditato dai genitori fin dagli anni ’70. La sua bottega, rimasta pressoché uguale per oltre un secolo, rappresentava uno degli ultimi veri empori di paese.

Nei due locali trovavano posto cibo, bevande, saponi, detersivi e oggetti vari, compreso un grande frigorifero con le maniglie di metallo, modello Boom economico. Un autentico tuffo nell’Agropoli di una volta.

La storia di Mafalda Di Luccio

I genitori di Mafalda, che ebbero ben tredici figli, aprirono la loro rivendita alla fine della Prima guerra mondiale, quando il paese contava cinquemila abitanti.

Adolescente, Mafalda si era trasferita a Saronno, Varese, per lavorare nel bar-tabacchi di uno zio, ma poco tempo dopo il padre l’aveva richiamata ad Agropoli per aiutare nell’attività di famiglia. Un compito a cui non ha mai smesso di adempiere.

Chiudere? No” aveva detto a Infocilento nel 2018, in occasione dei cento anni della sua bottega: “Qui ho passato tutta la mia vita, e qui la finisco”.

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