Morta a 22 anni, il papà di Rosaria Lobascio non si arrende

Erminio Cioffi
Rosaria Lobascio

Nessun colpevole per la morte di Rosaria Lobascio. Questa la decisione dei giudici secondo cui i medici coinvolti nell’indagine hanno agito con la dovuta perizia ed eseguendo le buone pratiche clinico-assistenziali. Queste determinazioni hanno portato all’archiviazione della vicenda che ha avuto inizio nel 2018 ma per una serie di rinvii è arrivata fino ad agosto.

Morte di Rosaria Lobascio: saranno chieste nuove verifiche

A distanza di quasi un mese l’avvocato Angelo Paladino ed il papà di Rosaria, Domenico Lobascio, non hanno intenzione di fermarsi. Così dopo l’archiviazione disposta dal GIP del Tribunale di Nocera Inferiore annunciano nuove verifiche.

“Chiederemo alla Procura Generale di verificare il comportamento degli inquirenti”, fanno sapere. Tra gli elementi emersi la mancata esecuzione di una Tac di controllo dopo l’intervento.

La storia di Rosaria Lobascio

Rosaria Lobascio morì nel 2018 all’ospedale di Mercato San Severino. Qui era stata sottoposta ad un intervento di riduzione dello stomaco.

Il gip del Tribunale di Nocera Inferiore aveva proposto l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, chiudendo il procedimento penale a carico dei medici degli ospedali Fucito di Mercato San Severino e del Curto di Polla che ebbero in cura la ragazza ma senza esito.

Rosaria Lobascio morì otto giorni dopo l’intervento. Per il giudice per le indagini preliminari non vi è alcun nesso causale tra la condotta dei medici e la morte della 22enne.

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