Padula: apertura studio medico fermata dalla burocrazia, interviene il Tar

Erminio Cioffi
Tar Salerno

Uno scaricabarile di competenze tra l’ASL Salerno e la Regione Campania impedisce ad un centro di analisi cliniche privato di Padula, finito nell’ingranaggio farraginoso della burocrazia, di poter realizzare a Padula una nuova struttura sanitaria per l’erogazione di prestazioni di visite specialistiche mediche in regime ambulatoriale.

I titolari del centro di analisi per far valere le proprie ragioni sono stati costretti a rivolgersi alla giustizia amministrativa e ci sono riusciti ottenendo l’annullamento di una serie di provvedimenti che avevano provocato un cortocircuito procedimentale.

Tutto ha avuto inizio nel 2020 quando la richiesta di autorizzazione era stata istruita dal Comune di Padula e, quindi, trasmessa all’ASL Salerno che aveva positivamente verificato il possesso dei requisiti minimi, strutturali ed impiantistici esprimendo parere positivo alla localizzazione della struttura.

A sua volta l’ASL nel valzer dei pareri imposto dalla burocrazia lo invia alla Regione Campania per la verifica di compatibilità con il fabbisogno territoriale. La Regione se la prende con comodo tant’è la risposta non arriva e viene fatto un ricorso al TAR nel 2021 per avere una risposta da Palazzo Santa Lucia e la risposta finalmente arriva ma rende necessario un altro passaggio perché “il parere espresso dall’ASL – si legge nella risposta della Regione Campania – contempla alcune branche non rappresentate nel Nomenclatore delle branche relative alla disciplina della specialistica ambulatoriale ed ancora non si ritiene conferente il riferimento alla limitazione alle sole visite mediche”.

Torna quindi tutto all’ASL Salerno che dovrà esprimere il proprio parere su fabbisogno e localizzazione, anche alla luce delle disposizioni, contenute in una delibera della Giunta regionale del 2021. Il TAR in una lunga sentenza ha bacchettato la Regione Campania per aver deciso per non aver espresso il parere di propria competenza chiedendo invece all’ASL, che si era già espressa, un nuovo parere che non avrebbe potuto senza prima aver acquisito le determinazioni regionali circa i criteri ed i parametri previsti per il fabbisogno provinciale complessivo delle prestazioni sanitarie.

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