Omicidio Vassallo, dalle indagini emergono ulteriori particolari

Redazione Infocilento
Angelo Vassallo sindaco pescatore

POLLICA. Angelo Vassallo, già alcuni mesi prima dell’omicidio, aveva paura di essere ucciso. Lo aveva rivelato ad un collega amministratore, Domenico Vaccaro. C’è anche lui tra le persone sentite dalla Procura e grazie alle sue parole è stato possibile anche dare una ulteriore accelerazione alle indagini.

Omicidio Vassallo: gli indagati

Nel registro degli indagati per l’omicidio sono finiti Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, Fabio Molaro, suo ex attendente, Lazzaro Cioffi, sottoufficiale dell’arma, l’ex boss Romolo Ridosso, il figlio Salvatore e l’ex proprietario del cinema Giuseppe Cirpaino. Altre due persone, Domenico, Giovanni e Federico Palladino, imprenditori di Acciaroli, sono indagati per questioni di droga.

Le testimonianze

Stando alle testimonianze di Vaccaro, Angelo Vassallo aveva un “forte sentimento di delusione” per aver scoperto un gigantesco traffico di droga e questo sarebbe il movente dell’omicidio. Gli stupefacenti arrivavano con dei gommoni via mare fino al porto di Acciaroli e il sindaco pescatore era pronto a denunciare tutto, tanto da essersi confidato con l’ex procuratore di Vallo della Lucania Alfredo Greco.

Vassallo aveva intenzione “di esplicitare una denuncia circostanziata su tutto quanto aveva scoperto solo a carabinieri di assoluta fiducia di Greco“. Non fece in tempo, però. L’ufficiale dei carabinieri di Agropoli con il quale avrebbe dovuto incontrarsi non poté presentarsi all’appuntamento perché “impegnato in un’attività di servizio”. Fu fissato un nuovo appuntamento per il 6 settembre. Ma il sindaco fu ucciso il giorno prima.

L’aggressione ad un amico di Angelo Vassallo

Dall’indagine sull’omicidio Vassallo emergono anche altri dettagli. Un agente immobiliare cilentano, Pierluca Cillo, che conosceva personalmente il sindaco, riferì ad alcuni conoscenti di aver appreso da terza persona del presunto coinvolgimento del colonnello Cagnazzo nel delitto.

Qualche giorno più tardi, il 10 ottobre 2010, l’ufficiale avrebbe incontrato e picchiato l’agente immobiliare ad Acciaroli. “Un’aggressione intimidatoria”, sostengono gli inquirenti.

Altro elemento sotto la lente d’ingrandimento è rappresentato da una telefonata senza risposta, probabilmente uno “squillo”, partita alle 21.14 del 5 settembre 2010 dal telefono di Molaro verso quello del colonnello Cagnazzo. “In perfetta coincidenza temporale” con l’omicidio. Infatti Vassallo era stato assassinato appena due minuti prima. L’ufficiale e il suo collaboratore, che in quei giorni erano in vacanza ad Acciaroli, si sarebbero incontrati poco dopo a cena.

Omicidio Vassallo, i depistaggi

Sempre i due carabinieri dopo l’assassinio, in mancanza di qualsiasi delega dell’autorità giudiziaria, acquisirono le telecamere di videosorveglianza della zona del porto allo scopo, è la tesi dell’accusa, non di preservare le immagini, come gli indagati hanno sempre sostenuto, ma di sviare le indagini. Si ipotizza che Molaro da quel video abbia cancellato le immagini che lo ritraevano. Un modo per sviare le indagini e far puntare l’attenzione degli investigatori per Bruno Humberto Damiani, o’ Brasiliano, per lungo tempo al centro dell’indagine e poi scagionato.

Intanto i militari coinvolti potrebbero presentare istanza al Riesame, cosa che già ha fatto l’avvocato difensore dell’imprenditore Cipriano, ritenuto collegamento tra il Cilento e i boss dell’Agro.

Sui social, intanto, è apparsa una pagina per esprimere solidarietà al colonnello Caiazzo.

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