Provincia di Salerno nel mirino dell’Anticorruzione

Redazione Infocilento
Palazzo Sant'Agostino

L’Anac bacchetta la Provincia di Salerno, contestando «approssimazioni ed irregolarità nella gestione degli appalti nel triennio 2019-2021». A rivelarlo è Il Mattino oggi in edicola. Le violazioni riguarderebbero, in particolare, il calcolo non corretto dell’importo a base d’asta, l’«artificioso» frazionamento degli affidamenti; il ricorso «significativo» degli affidi di somma urgenza senza una preventiva stima dei lavori complessivi di manutenzione e il ricorso (anche questo «significativo») di affidi diretti per lavori di importo inferiore ai 40mila euro. Contestate anche la mancata programmazione dell’attività di manutenzione e la parcellizzazione degli appalti. Infine il mancato rispetto delle procedure di rotazione che prevedono il divieto dei reinvito degli operatori, anche se non aggiudicatario. Il richiamo arriva al termine di una lunga attività di vigilanza sulle gare pubbliche.

I rilievi dell’Anticorruzione alla Provincia di Salerno

Sotto i riflettori anche gli affidamenti diretti e gli interventi per somma urgenza. I primi ammonterebbero a 4.723.694 euro, mentre le somme urgenze sono di 1.469.837 euro. Le procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando, poi, sono di 6.209.418 euro, le procedure aperte di 43.980.123 euro.

L’emergenza covid

Anche durante l’emergenza covid sarebbero emerse irregolarità. I lavori di manutenzione straordinaria per il miglioramento degli spazi e delle aule didattiche degli istituti di istruzione superiore sarebbero stati suddivisi in otto aree (valore complessivo di 1.372.131 euro).

La Provincia non ha stimato l’importo totale dei lavori e ha operato un frazionamento ingiustificato con procedure distinte per ciascuna area territoriale, mentre avrebbe dovuto bandire un’unica procedura negoziata suddivisa in otto lotti e che avrebbe portato alla scelta di una procedura più competitiva di quella prevista per i singoli affidamenti.

Infine violazioni sarebbero emerse in relazione alle procedure di rotazione degli inviti e degli affidamenti. Tale principio comporta il divieto del reinvito dell’operatore economico invitato ma non aggiudicatario, oltre che di quello aggiudicatario negli appalti della stessa omogenea categoria di opere.

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