Dopo 70 anni chiude il De Vivo di San Marco di Castellabate

Ernesto Rocco
Istituto De Vivo

CASTELLABATE. «Da qualche giorno sono terminati gli esami di Stato presso il Manlio De Vivo di San Marco di Castellabate. I ragazzi del corso chimico – biologico hanno dato prova di maturità e preparazione, regalandoci per l’ultima volta emozioni e gioia. La conclusione degli esami, però, mette la parola fine all’esistenza di questo storico Istituto». A dirlo il consigliere di minoranza Alessandro Lo Schiavo, che annuncia la chiusura dell’istituto di San Marco, dopo ben 70 anni di attività.

Da sempre riferimento per Castellabate e per il Cilento, è stato un faro di cultura, un presidio di legalità, una bussola per i giovani ed oggi, accusa Lo Schiavo, «viene spazzato via nell’indifferenza generale di chi avrebbe dovuto tutelare un patrimonio di simile portata».

Chiude il De Vivo di San Marco di Castellabate: il commento

«Posso dire ad alta voce di aver combattuto e difeso questo istituto nel corso di questi anni, ottenendo grandissimi risultati come l’istituzione del corso Nautico, oggi corso di punta presso la sede di Agropoli. L’attivazione del corso Nautico – ricorda il consigliere comunale – non è stata facile, tanto che nel 2007 l’allora direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale rivolgendosi alla delegazione del comune di Castellabate, guidata dal sottoscritto in qualità Assessore all’Istruzione, non intendeva concedere proprio il corso Nautico da noi richiesto.
Ebbene, dopo tanta insistenza e soprattutto evidenziando le nostre ragioni, riuscimmo a portare a casa questo grande risultato dando nuova linfa alla Scuola e soprattutto spostando nel Cilento la cultura nautica fino ad allora patrimonio indiscusso della costiera amalfitana e sorrentina. Tanti ragazzi che si sono diplomati a San Marco oggi navigano, insegnano, lavorano come periti tecnici nell’Enel o nella Telecom
».

«Ho scritto tanto, ho denunciato – commenta laconicamente Lo Schiavo – nel silenzio delle Istituzioni. Ho sollecitato sindaci, il presidente della Provincia, assessori regionali, consiglieri provinciali ad intervenire per dare risposte concrete o per rilanciare questa struttura, ma nulla è stato fatto. Basti pensare che da oltre tre anni l’ingresso principale della sede di San Marco attende un intervento di messa in sicurezza.
La legge dei numeri ha fatto diventare San Marco dapprima una sede coordinata e pian piano una realtà abbandonata. Ancora oggi mi sembra paradossale che nonostante la Provincia sia proprietaria della ragioneria “Gianbattista Vico” di Viale Nitti ad Agropoli e il Manlio De Vivo di Castellabate, da oltre venti anni paga un affitto di una struttura privata (che nasceva come albergo) per un importo di circa 180 mila euro all’anno dove oggi si recano alunni e personale dello stesso istituto».

«Mi chiedo, con tutti i soldi spesi per quella struttura, non si potevano potenziare le sedi di proprietà? O acquistare un autobus ad uso esclusivo per la sede di San Marco?
Evidentemente pagare l’affitto è più importante della sopravvivenza della sede di Castellabate. Non so quando tutto questo finirà o meglio quando qualcuno focalizzerà l’attenzione su questo sperpero di danaro pubblico.
Un peccato enorme cancellare la storia di San Marco, la cultura, l’economia e la presenza di tanti ragazzi con una lenta agonia. Scriviamo una pagina buia del nostro comune
».

«Mi preme ringraziare la dirigente scolastica del Vico – De Vivo che ha fatto richiesta alla Regione Campania per l’attivazione del corso serale presso la sede di San Marco, per cercare di mantenere aperta una porta, dare un segnale di speranza, ma anche qui le Istituzioni preposte non hanno dato risposte, se non meri atti deliberativi d’indirizzo. Voglio continuare a sognare e a pensare che un futuro possa ancora esserci per il De Vivo», conclude Alessandro Lo Schiavo.

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