Licenziati e rimasti senza lavoro: la rabbia degli ex lavoratori della Yele

Carmela Santi

Licenziati, quindi rimasti senza lavoro dopo anni di battaglie e con diverse mensilità arretrate. C’è chi vanta oltre 15mila euro.

Per gli ex lavoratori della Yele, circa trenta, tanta amarezza, rabbia e purtroppo ancora incertezze. Dopo il fallimento della società partecipata Yele che per anni si è occupata della raccolta e smaltimento rifiuti in 48 comuni del Cilento, gli ex dipendenti speravano di avere giustizia in tempi celeri almeno nelle aule di tribunale.

Ma i tempi della giustizia sono più lunghi. In una lettera inviata al presidente del Tribunale Gaetano De Luca e al procuratore capo Antonio Ricci, Maria Maiuri a nome suo e degli altri ex dipendenti chiede di poter vedere riconosciuto il diritto di credito da lavoro, «accelerando la procedura concorsuale» e di procedere in tempi celeri con l’udienza preliminare circa la richiesta della Procura sui rinvii a giudizio per i 14 indagati nell’ambito della procedura fallimentare della Yele.

Nella lettera si ricorda che «il fallimento della società non avvenne per crisi strutturale del settore, ma per fatti oggetto di attività inquirente della Procura della Repubblica». La sentenza dichiarativa del fallimento è del 5 novembre 2019. Indagini e sequestri disposti dalla Procura di Vallo hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio per gli ex amministratori coinvolti, secondo l’accusa, a vario titolo.

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