Capaccio, da 10 giorni dorme al freddo: “Ridatemi mia figlia”

Emilio Malandrino

CAPACCIO PAESTUM. Da circa 10 giorni dorme all’addiaccio in piazza Santini, dinanzi alla chiesa di San Vito. Una forma di protesta per la bambina che le sarebbe stata sottratta. E’ la storia di Sabrina Soster di Priverno, in Provincia di Latina. Sua figlia Ylenia, 10 anni, è attualmente ospite di una casa famiglia di Capaccio Paestum su ordinanza del Tribunale dei Minori. E per questo Sabrina ha scelto di raggiungere Capaccio e di fermarsi qui nella speranza che il suo incubo finisca e che finalmente le facciano riabbracciare la sua bambina. La storia va avanti da tempo.

La storia di Sabrina Soster

Sabrina Soster ha lasciato da anni un uomo violento, le hanno tolto la figlia, è stata denunciata e nelle scorse settimane posta anche ai domiciliari per non averlo accettato. Per lei un’accusa di stalking da parte della tutrice della piccola.

La vicenda ha avuto inizio nella primavera del 2019. Dopo la segnalazione delle insegnanti della scuola elementare, la piccola Ylenia attira l’attenzione degli assistenti sociali perché mostrerebbe disturbi oppositivi e comportamenti aggressivi in classe, nell’ambito di una situazione familiare aggravata dalla notevole conflittualità tra i genitori (che però non vivono più insieme da anni), racconta Affaritaliani.

La bimba, che è cardiopatica e soffre di una forma di autismo (ciò che secondo la madre spiegherebbe i comportamenti riscontrati), viene presa in carico dai servizi sociali e sottratta alla donna in modo coatto. La Soster non subisce la decisione e ingaggia una battaglia legale, finora vana, per riavere la bambina. Comincia ad accusare “il sistema degli affidi”: “Su mia figlia le case famiglie guadagnano 9000 euro al mese”, dice.

Sabrina Soster ha seguito sua figlia nel trasferimento da una casa di famiglia all’altra, accusa lo Stato, teme per le condizioni della bambina.

L’arrivo a Capaccio Paestum

A Capaccio Paestum ha trovato la solidarietà delle associazioni di volontariato e di tanti cittadini che le stanno garantendo coperte e un piatto caldo.

«Ero partita da Latina senza sapere, se qui a Capaccio avessi trovato per posizionarmi almeno un riparo in caso di pioggia. Non avrei mai pensato di trovare un portico sotto il quale poter stare…di avere accanto un distretto dell’ASL aperto giorno e notte in caso di mio malore e il Municipio che vedete in foto, i cui angeli-donne… una dopo l’altra… stanno aiutando una perfetta sconosciuta, che sta vivendo giorno e notte nel loro territorio… capendo il dolore di una madre e tendendomi le loro mani“, dice. La sua speranza è quella di poter incontrare la sua bambina. Speranza fin ora vana.

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