Dall’Ucraina al Cilento con la figlia. Marito e padre restano in patria

Carmela Santi

PERITO. «Sono scappata dall’Ucraina per mettere in salvo mia figlia, ma mio marito e mio padre sono rimasti per difendere il nostro paese». Cristina ha 29 anni e due notti fa, dopo un viaggio di tre giorni, è arrivata nel Cilento. Lei e la figlia di otto anni sono le prime rifugiate ucraine che arrivano nell’area. La giovane donna è stata accolta dalla sorella che da un paio di anni vive a Perito.

Dall’Ucraina al Cilento: la storia

Con gli occhi colmi di dolore e la tristezza sul voto la donna racconta la sua drammatica esperienza. «È stata una decisione presa – spiega – per mettere al sicuro la mia bambina. Siamo arrivate qui dopo un lungo viaggio, prima in auto poi in pullman».

Cristina è partita dalla sua città, Kovel, il 24 febbraio, appena è scoppiata la guerra. «Abbiamo trovato un’auto – racconta – che ci ha accompagnati fino alla frontiera. Però mio marito è dovuto tornare indietro. Lui insieme a mio padre hanno deciso di rimanere per difendere l’Ucraina. Con mia figlia abbiamo proseguito per la Polonia perchè conosco la lingua polacca. Alla dogana la coda era lunghissima e ci abbiamo messo tanto tempo per attraversarla. Una volta entrate in Polonia ci siamo riposate un po’ prima di ripartire per l’Italia».

Cristina e la sua piccola sono quindi salite a bordo di un pullman con il quale hanno raggiunto l’Italia e il Cilento. Ora sono al sicuro ma il suo pensiero va a chi è rimasto in Ucraina. «Nella mia città – racconta – la situazione era ancora abbastanza tranquilla. Kovel è un rifugio per tante donne con i bambini che arrivano dalle zone più pericolose. I nostri uomini fanno la guardia e cercano di proteggere la nostra città».

La situazione nel resto del paese è drammatica. «Si vive nella paura, nelle città ci sono tanti carri armati con i missili che in ogni momento possono attaccare anche noi». La donna è scappata ed ha raggiunto la sorella che da un po’ di anni si è trasferita nel Cilento insieme al marito e due figli.

Cristina invece è arrivata da poche ore ma non vede l’ora di tornare nel suo paese. È convinta che il popolo ucraino non si piegherà e che la situazione possa normalizzarsi in breve tempo. «Ho lasciato tutto in Ucraina – racconta con sofferenza – avevo un lavoro, una casa, mia figlia andava a scuola, aveva degli amici, lì era tutta la nostra vita».

Ho capito che la cosa più preziosa per me è la vita di mia figlia. Ho lasciato tutto ma voglio tornare a casa non appena finirà l’incubo

Cristina

Il rischio della guerra era nell’aria. La donna si aspettava di dover partire da un momento all’altro. Da tempo aveva preparato la valigia che però non è riuscita a portare in Italia. «Eravamo pronti per partire da giorni però alla fine non abbiamo avuto la possibilità di portare niente. Nell’auto che ci ha dato un primo passaggio non c’era spazio neanche per una borsa. Io e mia figlia siamo arrivate in Italia senza nulla. Non importa. Ho capito che la cosa più preziosa per me è la vita di mia figlia. Dovevo metterla in salvo dalla guerra e dalla distruzione. Senza pensarci due volte ho lasciato tutto ma voglio tornare a casa non appena finirà l’incubo. La mia vita deve tornare alla normalità così mia figlia potrà tornare a scuola e a frequentare i suoi amici».

L’arrivo di Cristina è solo l’inizio. Le comunità del Cilento si stanno mobilitando per accogliere altri profughi che arriveranno dall’Ucraina.

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