Ospedale di Agropoli: 80% dei ricoverati non sono vaccinati

Carmela Di Marco
Ospedale di Agropoli

AGROPOLI. Tornano a salire i contagi nel salernitano. Sono tremila nelle ultime 24 ore, frutto anche di alcuni tamponi accumulati nel weekend. Tra i positivi segnalati anche una bimba di 10 mesi di Salerno, ricoverata all’ospedale Moscati di Avellino.

All’ospedale di Vallo della Lucania, dopo l’apertura di un reparto di ginecologia per partorienti positive, è attivo anche il punto nascita dedicato e già sono diverse le mamme positive al virus che hanno dato alla luce i loro bambini.

I piccoli restano per 72 ore nel nido diretto da Maria Rosaria La Rocca, responsabile della pediatria, per scongiurare una eventuale positività. Trascorso questo tempo, vengono affidati ai familiari.

All’ospedale di Polla, invece, i sindacati bollano come «illogica collocazione» il ricovero di pazienti contagiati ricoverati nel reparto di ortopedia a Polla. «Tale trasformazione delle finalità del reparto – si legge nella nota della Fials – notoriamente a vocazione chirurgica-traumatologica e non certamente infettiva, è inappropriata sia per i pazienti che per il personale, in quanto i livelli assistenziali non sono confacenti al caso in esame. La situazione attuale legata alla pandemia e al suo momento di recrudescenza impone scelte sicuramente più idonee nell’affrontare l’assistenza ai pazienti infetti, ma sicuramente da non collocare in una unità operativa con altre finalità».

Ieri, purtroppo, si è registrato anche un decesso nel Cilento, quello di un 35enne di San Giovanni a Piro, ricoverato all’ospedale di Agropoli e affetto con gravi patologie pregresse. «Il covid continua ad uccidere, continuiamo a piangere tanti morti. A tutto questo non ci si abitua mai», il commento di Rosa Lampasona, responsabile del covid hospital agropolese.

Il dato che emerge e fa riflettere è quello dei pazienti vaccinati che finiscono in ospedale: sono soltanto il 20% del totale, per lo più anziani o persone con patologie pregresse. Gran parte di loro, inoltre, non ha ancora la dose booster. L’80% dei pazienti, invece, quelli che hanno le patologie più gravi, non sono vaccinati.

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